mercoledì 21 aprile 2010

Pd Info - 25 aprile 2010


 

Cari Circoli,


 

Il 65mo anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo, cuore dei nostri valori fondativi, è ormai prossimo. E' estremamente importante che  il ricordo e la celebrazione di questo anniversario caratterizzino con forza la nostra azione politica in quanto il Pd è portatore - in modo certo non esclusivo, ma integrale - dei valori di liberazione della persona, di affermazione della vita democratica, della differenziazione dei poteri, del pluralismo delle idee che sono fondanti per il nostro Partito e che sono magistralmente declinati nella Costituzione italiana.

All'affermazione di questi valori, al ricordo del sacrificio e della fatica necessari per affermarli, alle vite che si sono immolate per questo, vanno la nostra gratitudine e la nostra massima attenzione.


 

Tutto ciò è ancora più urgente al pensiero di quanto accaduto nel Comune di Montichiari, in Provincia di Brescia, 22mila abitanti, dove con una decisione inaudita il sindaco Elena Zanola, leghista, ha negato al Pd il permesso di tenere sia la manifestazione del 25 aprile (una lettura dei primi 12 articoli della Costituzione accompagnata da brani musicali) sia quella del primo maggio (dedicata al tema del lavoro con l'esibizione di complessi musicali giovanili). La preoccupante motivazione del provvedimento è che "gli spazi pubblici non possono essere utilizzati dai partiti per manifestazioni politiche di alcun genere, ad eccezione delle occupazioni per i comizi ed i gazebo in occasione della propaganda elettorale".


 

Crediamo non ci siano parole per commentare adeguatamente una simile posizione, che va contro l'Art. 21 della nostra Costituzione: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". E' proprio per questo motivo, per questo lento ma inesorabile logoramento della coscienza civile, che diventa importante esserci, ancora una volta, anche quest'anno, per dire che nel 25 aprile e nei valori che incarna noi ci crediamo.


 

La manifestazione centrale si terrà a Milano con il grande corteo popolare che da Porta Venezia (concentramento alle 14.30 di domenica 25 aprile) giungerà in Piazza del Duomo alle 16. Qui si terranno i discorsi celebrativi con l'intervento di Virginio Rognoni, il contributo e i saluti dei rappresentanti di associazioni partigiane e combattentistiche, associazioni e istituzioni, e la conclusione di Carlo Smuraglia, Presidente dell'ANPI provinciale di Milano.


 

A Montichiari la manifestazione organizzata dal locale Circolo del Pd assume particolare importanza, e per questo parteciperemo convinti: il 25 aprile, dalle 9 alle 12, in Piazza S. Maria, ci sarà la distribuzione di volantini con alcuni articoli della Costituzione mentre nel pomeriggio dalle 15 alle 18.00, in Via XXV Aprile davanti alla Chiesa dei Disciplini, si terrà una lettura della Costituzione con musiche della Resistenza in sottofondo.


 

L'attività e la proposta del partito non si esauriscono qui: la crisi è tutt'altro che risolta e da oltre un anno il Governo annuncia che "ne stiamo uscendo" mentre sanno benissimo che occorreranno tempo, fatica e sacrifici. Il Pd ha elaborato 10 proposte che meritano di essere ascoltate e valutate, azioni fattibili e concrete, che potrete trovare al link http://www.partitodemocratico.it/dettaglio/98379/10_proposte_per_uscire_dalla_crisi e che vi invitiamo a diffondere presso iscritti e simpatizzanti.

Perché occorre mantenere intatto il potere della memoria del nostro passato per declinarla in azioni concrete per il nostro presente oltre che in un'immagine di futuro; occorre pensare, fare, esserci. E noi ci siamo.


 

Con amicizia,


 

Maurizio Martina

Segretario regionale Partito Democratico lombardo


 

Roberto Rampi

Responsabile Organizzazione PD Lombardo


 


 


 


 

giovedì 15 aprile 2010

Altro che modello Carroccio

TENIAMO I FARI BEN ACCESI SUL "NUOVO CHE AVANZA".

AD UN PRIMO SGUARDO REPLICANO I PEGGIORI VIZI DI  COLORO A CUI SONO SUBENTRATI.

Giordano Mazzurana

La faccia nera della Lega

Il partito radicato, quello della gente, quello che combatte (e non è sempre una metafora) al fianco dei lavoratori. Sono solo alcuni degli appellativi a cui la Lega Nord si è abituata da quando, da piccolo partito secessionista e xenofobo, è salito al rango di grande partito di governo (sempre secessionista e xenofobo, anche se adesso questo aspetto sembra marginale). Ormai nelle orecchie dell'italiano mediamente informato risuonano solo due parole: Modello Lega. Che in buona sostanza vuol dire: fare come la Lega. Il punto è proprio questo: cosa fa la Lega?

1. Umilia i bambini. È già successo in due comuni. Ad Andro (Lombardia) e Montecchio (Veneto) le amministrazioni del Carroccio hanno dato una vera e propria prova di forza, punendo duramente… bambini della scuola elementare. I loro genitori non erano in regola con il pagamento della mensa scolastica, motivo per cui i due comuni hanno disposto la pubblica gogna dei piccoli, costretti a mangiare pane e acqua mentre ai loro compagni "regolari" venivano serviti primo, secondo e frutta. Niente male per un partito che si autoproclama paladino dei più deboli!

2. Nega la sepoltura ad una neonata. "E' irrispettoso dei sentimenti della maggior parte della comunità". Con queste parole, crudeli quanto insensate , gli esponenti della Lega di Paderno condannano il desiderio di due genitori mussulmani di dare sepoltura alla loro bambina morta poco dopo la nascita. Il loro crimine? Aver desiderato seppellire la bambina in un piccolo cimitero islamico costruito in zona, la cui particolarità è quella di ospitare circa 200 tombe scavate in obliquo in direzione de La Mecca. Contro un richiesta pacifica e addolorata la Lega ha mostrato ancora una volta i denti, organizzando raccolte di firme, fiaccolate e annunciando per sabato prossimo una manifestazione in piazza. Tutto per impedire che una neonata riceva una degna sepoltura, tutto per punire, come se la morte di un figlio non fosse abbastanza, due genitori, tutto per dimostrare che il dolore è degno di compassione e rispetto solo quando chi ne è afflitto è italiano!

3. Prende in giro gli elettori. Dopo mesi passati a riempirsi la bocca con parole come "la nostra gente", anche le più alte sfere del Carroccio hanno ceduto all'andazzo di uno schieramento poco avvezzo alle regole. A quasi due settimane dalle elezioni,il neo governatore del Piemonte Roberto Cota non ha ancora presentato le sue dimissioni da deputato, né tantomeno da capogruppo alla Camera.
Ma il recordman rimane Daniele Molgora. Deputato dal '94, il parlamentare del Carroccio si divide tra lo scranno di Montecitorio, la scrivania di sottosegretario all'Economia e alle Finanze e la poltrona di presidente della Provincia di Brescia.
Tre incarichi pure per Arianna Lazzarini: appena eletta in consiglio regionale in Veneto,dal 2009 assessore provinciale a Padova e consigliere comunale a Pozzonovo (dove si è dimessa da assessore però, 4 incarichi sono troppi).
Poi si stanno facendo le ossa Maurizio Conte, di San Martino di Lupari. Rieletto in consiglio regionale ha uno scranno pure nel consiglio comunale di San Martino di Lupari e fa parte del consiglio di amministrazione del Consorzio Zip.
Solo il doppio incarico per Massimo Bitonci, deputato leghista e sindaco di Cittadella e Paola Goisis deputata e consigliera comunale ad Este, Luciano Cagnin senatore e membro del consiglio di Piombino Dese.

Davide Zoggia, responsabile Enti locali, afferma: "Il divieto di cumulare cariche in più assemblee legislative non è stato previsto per legge per un vezzo, ma perché è oggettivamente impossibile svolgere con la dovuta accuratezza il ruolo di consigliere regionale e di deputato. Come è possibile, ci chiediamo, che il paladino del federalismo Bossi giudichi invece verosimile che Roberto Cota possa fare insieme il presidente di Regione e il capogruppo alla Camera? Ma non sono loro quelli che, dalle elezioni regionali in poi, stanno sperticando a dare lezioni a destra e a manca su come si sta sul territorio? E' questo che intende la Lega Nord quando parla dello stare vicino ai cittadini? Nel frattempo, fino a che non deciderà, bontà sua, di optare per l'uno o l'altro incarico, Cota cumulerà un doppio stipendio, alla faccia dei privilegi della casta e di Roma ladrona. Sono queste le gravi contraddizioni in cui incappa chi vuole recitare tutte le parti in commedia?".

4. Strumentalizza il dolore delle donne. E proprio Cota, appena eletto non ha tralasciato di giocare la carta del populismo. Con un teatrale: "Per quanto mi riguarda possono marcire in magazzino" ha cominciato la sua personale e strumentale battaglia contro la RU486, la cosiddetta pillola abortiva.

5. Chiude alle riforme e smentisce gli alleati. Al grido di "adesso le riforme", la Lega e il Pdl stanno infilando nel calderone ogni genere di modifica, dal semipresidenzialismo al senato federale. Non è chiaro però su cosa, le due anime del governo siano d'accordo. A sentire le parole del leader della Lega, nonché ministro delle Riforme, Umberto Bossi, i punti in comune sono ben pochi. Il senatur avverte che la legge elettorale non è un discussione (alla faccia del popolo e del suo diritto di scegliere i suoi rappresentanti!), mentre il presidente del Senato Schifani chiede di non dimenticare che per le riforme è necessaria la collaborazione di una larga maggioranza parlamentare. Ma Bossi da quell'orecchio non sente e va per la sua strada: "vogliamo il senato federale". Anche qui però la seconda carica dello Stato frena: "Non sarebbe giusto fare una camera di serie A e una di serie B". Il segretario PD Pier Luigi Bersani definisce "impotabile" la bozza di riforme messe a punto dal ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, e afferma ironicamente: "E' curioso che Bossi voglia mantenere una legge definita 'porcata' dal suo stesso estensore. Tutti i gusti sono gusti ma i nostri sono totalmente diversi".

Rosy Bindi analizza così il vivace scambio di battute: "Più si parla di riforme costituzionali e più cresce la confusione nella maggioranza. Non mi pare che le idee di Bossi coincidano con quelle del presidente Schifani. Ognuno parla per sé e non si capisce cosa vogliano fare salvo conservare una pessima legge elettorale. E' evidente che si usano i problemi del Paese per interessi di parte e contingenti e che si prepara lo scambio politico tra Lega e Pdl su federalismo e presidenzialismo. Il mantra delle riforme istituzionali serve a coprire l'incapacità di affrontare i nodi della crisi economica, le difficoltà delle imprese e delle famiglie, i ritardi nelle infrastrutture le debolezze del sistema sociale. Noi non ci faremo incantare e non permetteremo che un tema così cruciale come quello delle riforme necessarie a rafforzare la democrazia e a migliorare la vita dei cittadini sia usato per consolidare il patto di potere che tiene unita la destra".

6. Confonde politica e interesse privato. Non contento, il patron Bossi in giornata ha deliziato opinione pubblica e stampa con un'alta delle sue proverbiali uscite: "E' chiaro che le banche più grosse del Nord ha detto - avranno uomini nostri a ogni livello. La gente ci dice prendetevi le banche e noi lo faremo. Una dichiarazione di guerra che fa ridere, o che forse passa inosservata nel governo in cui tutto è concesso. "Possibile – si chiede Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del PD - che non susciti alcuna reazione indignata dai mondi della politica, dell'economia e dalla finanza la dichiarazione del leader della Lega, nonché ministro delle Riforme che, senza troppi giri di parole sostiene : "E' chiaro che le banche più grosse del Nord avranno uomini nostri a ogni livello. La gente ci dice prendetevi le banche e noi lo faremo''? Dobbiamo annoverare queste parole tra le battute che si perdono nell'etere o dobbiamo seriamente preoccuparci? Chiediamo a Bossi di rassicurare i cittadini che le nomine a cui sono chiamati, nei prossimi mesi, gli Enti Locali del Nord per i posti di loro competenza nelle Fondazioni bancarie saranno sottoposte ai soli criteri di professionalità, onorabilità, indipendenza e assenza di conflitto d'interessi. E non alla tessera del suo partito".

Sconvolto da queste parole anche Alberto Fluvi, capogruppo Pd in commissione Finanze della Camera: "Le dichiarazioni di Bossi sulla presenza di uomini della Lega nelle banche lasciano a dir poco esterrefatti. Per molto meno un po' di tempo fa ci fu una indignazione generale. E infine è il caso di ricordare che la Lega una banca ce l'aveva. Ha fatto una fine ingloriosa ed i costi gli hanno pagati i contribuenti".

Insomma...Modello Lega? No, grazie!


Ivana Giannone

martedì 13 aprile 2010

COSA DIRE???

Rachel: morta di burocrazia

Il Pd ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro Fazio, per fare chiarezza sul caso della morte della bambina nigeriana, di 13 mesi, avvenuto dopo il presunto mancato ricovero nella struttura ospedaliera di Cernusco


Sanità, la discriminazione che uccide


Rachel Odiase aveva 13 mesi. Poco più di un anno, una sorella di due anni e due genitori nigeriani. Rachel non sapeva ammalandosi, che quando suo padre, 6 settimane prima, aveva perso il suo posto di lavoro lei aveva perso il suo diritto alla salute.
Si chiamava Rachel Odiase ed è morta il 5 marzo scorso all'ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio, probabilmente perché la sua tessera sanitaria non era stata rinnovata.

"Abbiamo proposto una interrogazione parlamentare al ministro Fazio, per fare chiarezza sul caso della morte della bambina nigeriana, di 13 mesi, avvenuto dopo il presunto mancato ricovero nella struttura ospedaliera di Cernusco. Per capire le motivazioni, in merito al comportamento, degli operatori dell'Azienda Sanitaria di Cernusco in provincia di Milano. Crediamo che sia giusto comprendere bene come siano andate le cose accertando tutte le eventuali responsabilità, anche attraverso un'inchiesta interna del Ministero della Salute".

Così i deputati del Pd Emanuele Fiano, Presidente del Forum Sicurezza, Livia Turco, Presidente Forum Immigrazione, Barbara Pollastrini, Andrea Sarubbi, Antonio Misiani.

L'ospedale smentisce di aver rifiutato le cure a causa della tessera sanitaria scaduta, mentre il senatore del Pd Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale annuncia di aver dato disposizioni ai Nas perchè aprano un'istruttoria sul caso.


Perché quando nella notte del 3 marzo i suoi genitori, preoccupati dai violenti attacchi di vomito della piccola sono andati in ospedale a lei e la sua tessera sanitaria scaduta non sono state date le cure che meritava. Ancora non sappiamo di cosa sia morta Rachel, sicuramente di Burocrazia.
Portata all'ospedale "Uboldo" di Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, dal 118, dopo una breve visita, "non l'hanno neanche spogliata", dice la madre, è stata dimessa con la prescrizione di una medicina e il certificato che riporta la dicitura. "buone condizioni generali". Ora d'entrata 00.39, uscita alle 00.45. 6 minuti, tra accettazione e visita.

La coppia vaga in cerca di una farmacia di turno, senza trovarla. Intanto sono le 2 di notte e Rachel sta sempre peggio. Sempre più spaventati e preoccupati i genitori tornano al pronto soccorso, vogliono che sia visitata e ricoverata se necessario. E qui la notizia: "Non possiamo visitarla ancora o ricoverarla. La tessera sanitaria della bambina è scaduta"

Tommy Odiase, il padre della piccola, è in Italia da 13 anni, ha un permesso di soggiorno da residente che deve rinnovare ogni sei mesi ma che scade in caso di disoccupazione. Per ottenere il rinnovo della tessera sanitaria per sé e le sue due figlie, deve presentare una serie di documenti che ne attestino la posizione, fra i quali la busta paga dell'ultimo mese. Licenziato sei settimane prima, la pratica si è trasformata in un incubo.

Al rifiuto dei medici, il padre, s'infuria. Urla, vuole attenzione. Allora, qualcuno dell'ospedale chiama i carabinieri, per allontanarlo. L'intervento delle forze dell'ordine porta ad una soluzione momentanea: Rachel viene ricoverata in pediatria. Sono le 3 di notte, "ma fino alle otto del mattino nessuno la visita o le somministra alcuna flebo, nonostante nostra figlia avesse fortissimi attacchi di dissenteria e non riuscisse più a bere nulla", raccontano i genitori. La sera del giorno dopo la situazione è critica, accanto al lettino spunta un monitor per tenere sotto costante controllo il battito cardiaco.

Sono le cinque e mezza, dopo mezz'ora di manovre di rianimazione, non c'è più nulla da fare, Rachel è morta.

Ci si chiede se nel 2010, in Italia, nella civilissima Lombardia, si possa ancora rifiutare le cure ad una bambina, perché la sua tessera sanitaria è scaduta. Ci si chiede, se lo domandano i genitori, se sarebbe accaduta la stessa cosa se Rachel fosse stata figlia d'italiani.

I carabinieri hanno acquisito le cartelle cliniche, gli Odiase hanno denunciato i medici e l'ospedale per omicidio colposo e la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta con la stessa accusa contro ignoti. I risultati dell'autopsia saranno pronti il 12 maggio. Ma intanto sappiamo che Rachel è morta di burocrazia e indifferenza. "Fatti del genere non dovrebbe verificarsi in un paese civile. Mi domando sulla base di quale indirizzo i responsabili della struttura ospedaliera di Cernusco abbiano rifiutato le cure a una bambina di 13 mesi opponendo un mero impedimento burocratico. Mi domando quale sia la mente perversa e potenzialmente omicida che ha congegnato una tale indicazione". E' durissimo jean Leonard Touadi, deputato democratico di origine congolese: "Ho presentato un'interrogazione al
Ministro della Salute Fazio, chiedendogli di spiegare quanto accaduto. Stessa richiesta andrebbe rivolta al Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, sempre prodigo di parole a difesa della vita e della famiglia. Questa vicenda dimostra ancora una volta
che il germe letale della discriminazione si sta sempre più
diffondendo in Italia. Questo clima di diffidenza e
discriminazione legalizzata dello straniero può uccidere. Che paese è quello dove una bambina di soli 13 mesi muore perché l'ospedale ha preferito guardare le carte anziché la vita? Che paese è quello dove la difesa della vita vale in astratto per l'embrione e il malato terminale ma non per le persone vere in carne e d'ossa con i loro diritti calpestati dal cattivismo degli araldi dell'"identità cristiana delle nostre terre"? Che paese è quello dove lo stesso Gesù fuggito e accolto in Egitto avrebbe trovato sbarrate le porte di una terra chiamata "Padania" ? Che paese è quello dove i bambini senza soldi sono esclusi dalla mensa scolastica e lasciati affamati nella ricca terra vicentina? Che paese è? Che Italia è diventata dove queste notizie trovano e lasciano l'istante di un'emozione poi si passa ad altro. Rachel morta per il cattivismo leghista diventato legge è una parte di noi che muore. Non mi piace questo paese. Non voglio essere questo paese. Questa volta esigiamo risposte chiare, una responsabilità".



venerdì 9 aprile 2010

Buongiorno di Massimo Gramellini

Thailandia

Il miliardario pop

Nella lontanissima Thailandia una massa di contadini poveri e arrabbiati ha invaso la metropoli Bangkok per riportare al potere un miliardario. Si tratta del presidente del partito Thai rak Thai: i Thai amano i Thai.

I rivoltosi accusano i governativi di essere una cupola di algidi snob e di aver fatto fuori l’ex premier (il miliardario dell’amore) grazie a un ribaltone parlamentare propiziato dalla compiacenza dei poteri forti e dalle inchieste della magistratura.

Il miliardario, in esilio dopo una condanna per corruzione, possiede un impero di telecomunicazioni, una squadra di calcio fra le più importanti d’Europa e una quantità imprecisata di villone.

Eppure i poveri ribelli sostengono che lui è uno di loro e prendono a calci le auto di media cilindrata della borghesia intellettuale di Bangkok - impiegati, insegnanti, funzionari pubblici - che li disprezza e da cui si sentono disprezzati.

Per rappresaglia il governo ha oscurato la tv del miliardario, il cui portavoce (un cantante) ha minacciato pesanti ritorsioni.

Ora, è evidente che quella è la Thailandia e certi fenomeni populisti non potrebbero mai attecchire qui da noi.

Ma da osservatori, sia pure distaccati, ci poniamo egualmente un quesito: come è possibile che un povero contadino si senta rappresentato da un miliardario e accusi di snobismo e insensibilità sociale chi sta appena un po’ meglio di lui?

Chissà se qualche thailandese si degnerà di risponderci.

9.04.2010 (articolo da LASTAMPA.it OPINIONI)

martedì 6 aprile 2010

15 aprile, ore 21, assemblea degli iscritti

Care democratiche, cari democratici,

giovedì 15 aprile alle 21.00 alla Camera del Lavoro di Corso di Porta Vittoria, 43 nella sala Di Vittorio, è stata fissata l' Assemblea degli iscritti al PD dell'area metropolitana di Milano.

L'occasione è utile ad aprire un confronto sui risultati delle elezioni regionali e per condividere fin da ora le tappe del percorso per la sfida elettorale di Milano 2011.

Il progetto politico e i metodi di individuazione del candidato sindaco sono elementi fondamentali per vincere la competizione sulla città per questo ritengo particolarmente importante la vostra presenza a questo incontro.

Vi ringrazio.

Un saluto.

Roberto Cornelli, segretario PD Metropolitano

giovedì 1 aprile 2010

Lettera di Filippo Penati

Carissime, carissimi.
Ringrazio tutti coloro che hanno scelto di sostenermi in questa durissima campagna elettorale.

Tutti sapevamo di affrontare una sfida difficile, ma posso dire di essere certo di aver fatto tutto quello che era materialmente possibile fare per affrontarla.

La missione è compiuta.

Io ho fatto la mia parte, non mi candiderò a sindaco di Milano come avevo già detto quando ho accettato di candidarmi alle regionali.

Ma l'esito delle urne ha preparato il terreno per tornare a vincere a Milano, la città che da sempre, lo sappiamo, anticipa i cambiamenti del Paese.
In Lombardia abbiamo fatto argine al Centro destra e a Milano la battaglia del 2011 per il Comune è contendibile.

Rispetto alle europee la coalizione è salita del 3 per cento.

II Pd è cresciuto dell'1,6 per cento.

Il dato della Provincia testimonia che tutti perdono voti, anche la Lega.

E questo conferma che la spinta al cambiamento è forte.

Qui mi sento di dire che ha vinto la delusione.

Il Partito democratico non è riuscito a intercettare questo cambiamento.

A vincere, lo ripeto, sono state la delusione e il disincanto che sono finiti in astensionismo o alla Lega, ma in misura minore rispetto al resto della Lombardia.

Questo significa che c'è un 51 per cento di elettorato che non ha votato il Centro destra.

E questo per Milano è un dato straordinario.

Milano non è più la roccaforte di Pdl e Lega e questo lo sanno anche i dirigenti di questi partiti che hanno aperto il processo all'esito delle urne come se avessero perso e non vinto le elezioni.

Il nostro compito ora è parlare a tutti quei cittadini che non hanno votato il centro destra.

Per farlo è necessario costruire un grande progetto civico.

Un programma innovativo, sostenuto da un gruppo allargato molto ampio, capace di coinvolgere persone, sia dei partiti che della società civile e questo senza rinchiudersi nei recinti della vecchia Unione.
E' necessario coinvolgere anche chi, e sono tantissimi, ad oggi non si identifica nel centro sinistra.

Ma potrebbe farlo perché sta cercando un'alternativa all'attuale Governo di Palazzo Marino.

Ora sta a noi proporgliela.

Per coinvolgere chi non ci ha votato in questa tornata elettorale non basta fare le primarie.

Questo riporterebbe la questione nel recinto dell'Unione.

Al 41 per cento del Pd si aggiungerebbe il 2,9 per cento di Rifondazione comunista.

Non basta, anzi può solo nuocere.

Quello a cui bisogna guardare è l'elettorato potenziale che va dall'Udc ai Grillini a chi non ha votato. Bisogna rivolgersi a loro.

Coinvolgere tutti coloro che potrebbero essere interessati a un progetto alternativo a quello di Pdl e Lega. Solo dopo aver fatto questo fondamentale passaggio si dovrà, se sarà necessario, indire le primarie.

Questo non è il momento del ripiegamento su noi stessi.

E' il momento di uscire dai nostri tradizionali steccati, parlare a tutti coloro, e sono tanti, che aspettano un segnale per unirsi a noi nella costruzione di una alternativa di governo alla Moratti, a Bossi e Berlusconi.
Grazie ancora a tutti voi.
Filippo Penati

Buona Pasqua

La bianca colomba pasquale porti tanta pace in tutti i cuori.