lunedì 28 luglio 2008

Un emendamento al decreto sulla manovra cancella i 400 euro di pensione
per casalinghe, suore, frati e persone indigenti dal gennaio 2009

Manovra, allarme assegni sociali
A rischio per gli anziani più poveri

La Lega aveva cercato di escludere gli extracomunitari
ma la modifica (almeno 10 anni di contributi) ha colpito tanta altra gente



ROMA - Casalinghe, anziani poveri, suore e frati: tra di loro ci sono quasi ottocentomila cittadini che rischiano di perdere la pensione sociale. L'assegno di assistenza (fino a 400 euro) che l'Inps eroga a chi ha un basso reddito è stato cancellato da un emendamento al decreto che contiene la manovra e se non ci saranno interventi correttivi salterà dal primo gennaio del 2009.

La norma è stata introdotta dalla Camera in sede di conversione del decreto che nel frattempo il governo ha "blindato" escludendo la presentazione di emendamenti nel passaggio al Senato. Dopo il caso precari, un altro intervento sul welfare che ha suscitato dure critiche.

La modifica è nata da una richiesta della Lega in chiave anti-immigrazione (per frenare i ricongiungimenti familiari), che ha portato il governo a prevedere che l'assegno sociale spetti solo a chi ha lavorato e versato contributi per 10 anni continuativi. Solo che nel calderone sono finite anche le casalinghe e altre categorie che, non avendo versato contributi, perderanno l'assegno. Dopo le dure critiche arrivate dall'opposizione, dal sindacato e dalle associazioni (dalle Acli è arrivato il primo allarme) il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha parlato di possibili modifiche. Ma non nel decreto per il quale il governo ha deciso di non presentare emendamenti. La "sede idonea" sarà il disegno di legge di accompagnamento alla Finanziaria che conterrà ulteriori misure di intervento, che proseguirà l'iter parlamentare nei prossimi mesi e sarà approvato entro fine anno.
(28 luglio 2008)

Norma anti-precari, Veltroni attacca
Ma il governo conferma il testo

Il ministro Sacconi parla di "norma transitoria" per una "platea limitata" di destinatari
E precisa che sarà il ddl "la sede idonea per l'esame degli eventuali interventi correttivi"

Norma anti-precari, Veltroni attacca Ma il governo conferma il testo


ROMA - L'emendamento cosiddetto "anti-precari" resta nel testo della manovra e il governo, nonostante le critiche ricevute, non ha presentato e non intende mettere a punto alcuna modifica. Lo ha precisato, a margine dei lavori della commissione Bilancio in Senato, il relatore Salvor Fleres (Pdl), aggiungendo che il governo ha invece presentato un emendamento alla manovra che corregge l'articolo 60, come richiesto dal Quirinale. E il senatore Antonio Azzollini (Pdl) aggiunge che eventuali modifiche alla norma arriveranno con altri provvedimenti, sottolineando che nel decreto all'esame del Senato ci saranno solo variazioni di "natura tecnica".

Sacconi: "Norma transitoria, il ddl la sede idonea". Una spiegazione viene da una nota del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che assicura che quella anti-precari è "una norma transitoria" e riguarda una "platea limitata" di destinatari. Il provvedimento è riferito "esclusivamente ai giudizi in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto" e "quasi esclusivamente a controversie con la società Poste italiane". E precisa: sarà il ddl di accompagnamento alla Finanziaria "la sede idonea per l'esame degli eventuali interventi correttivi necessari a garantire una disciplina a regime coerente con l'accordo tra Cisl, Uil e organizzazioni dei datori di lavoro del 5 luglio 2001". Il ddl proseguirà l'iter parlamentare nei prossimi mesi e sarà approvato entro dicembre.

Veltroni: "Norma inaccettabile". A prendere posizione con forza contro la norma è Walter Veltroni: "E' una misura politicamente e socialmente inaccettabile, oltre che a rischio di costituzionalità, chiedo al governo di ritirarla immediatamente", perché "rafforza l'ingiustizia di questo Paese e aumenta la precarietà". Altrimenti, promette il segretario del Pd, "contrasteremo questo provvedimento in Parlamento con tutte le nostre forze".

"La norma va cancellata". Almeno a sentire le parole di Veltroni, l'idea di sanare la situazione con un possibile provvedimento correttivo non basta: la norma va già cancellata dal testo attualmente in discussione. Cosa che l'esecutivo non vuole fare, per non allungarne l'iter parlamentare. Veltroni, però, non accetta questa logica: "Il nostro paese sta vivendo un periodo di stagnazione drammatica che allarga le differenze sociali. Per questo siamo disposti, pur di eliminare l'emendamento anti-precari, anche a una terza lettura della Camera sul maxiemendamento".

La Lega: "La norma ripristina i diritti negati". Roberto Cota, presidente dei deputati della Lega, difende la norma che a suo parere "non toglie diritti, ma semmai ripristina quelli negati. Quelli che oggi invocano misure per i giovani che fanno fatica a trovare un lavoro dovrebbero sapere che proprio la norma in questione serve a porre rimedio a un aggiramento delle norme sul pubblico impiego e sui concorsi pubblici". E Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, cerca di smorzare i toni definendola "una situazione circoscritta", con particolare riferimento alle Poste, "ed è scartata ogni ipotesi riguardante il presente e il futuro e la gran massa dei precari".

Confindustria: "Norma in linea con direttiva Ue". Anche Confindustria si schiera a favore della norma, precisando che è in linea con la direttiva europea, e "non c'è alcuna violazione della volontà delle parti che hanno sottoscritto il patto sul Welfare del luglio 2007, perché non vengono messe in discussione le tutele fondamentali contro ogni impropria reiterazione nell'utilizzo del contratto a termine".

Pezzotta: "Evitare tensioni sociali". Dall'Udc, ad esempio, insorge Savino Pezzotta: "Se veramente la maggioranza vuole un confronto diverso e costruttivo con le opposizioni e, aggiungo, con le forze sociali - dichiara l'ex segretario della Cisl - rinunci a voler imporre quest'intervento. E' tempo di cambiare metodo e strategia ed evitare di innescare tensioni sociali".

Dall'interno del governo critiche sul metodo. Dopo le perplessità di Sacconi e di Renato Brunetta, il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, a Sky Tg24 sostiene che "la norma è un'iniziativa sulla quale la maggioranza deve confrontarsi, valutandone attentamente il senso. Sul piano del metodo credo che la strada giusta non sia inserire una simile norma con un emendamento in finanziaria, che risulta estemporaneo e si presta facilmente a strumentalizzazioni".

Sindacati sono sul piede di guerra. Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani accusa il governo di compiere "un lavoro chirurgico": "A differenza di quanto aveva fatto precedentemente, come nel caso dell'articolo 18, l'esecutivo non affronta di petto lo scontro con il sindacato ma cerca di aggirare il tema. Così facendo, fa cadere il palazzo dei diritti". Per Epifani, è necessario "reagire a questi atti di manomissione dell'accordo del 23 luglio. Dove il governo interferisce pesantemente".

Nessun emendamento in materia. "Sui precari per ora non c'è nulla - spiega Fleres - mentre c'è una proposta di modifica del governo sull'articolo 60. Quest'ultimo assegna ai ministri la possibilità di modificare per via amministrativa le postazioni di bilancio approvate con legge dal Parlamento: scelta questa che ha suscitato le perplessità del Quirinale".
(28 luglio 2008)

martedì 22 luglio 2008

Mutui, ombre sull'accordo Abi-governo



-
La convezione è utile solo per chi non è in grado di pagare la rata. Altrimenti è meglio scegliere la strada della rinegoziazione o della surroga

L’intesa Abi-governo sulla riduzione della rata non piace alle associazioni dei consumatori, che ritengono sia solo uno slittamento dei pagamenti. Concesso, per giunta, a caro prezzo.

Il provvedimento voluto dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che deve essere ancora definito, prevede una riduzione dell’ammontare della rata del mutuo variabile grazie all’applicazione di un tasso d’interesse pari al quello medio del 2006. Secondo il ministero ciò si traduce in un risparmio immediato, per un prestito residuo di 120mila euro, spalmato in 20 anni, di circa 95 euro al mese.

Ma quello che non si paga oggi si pagherà domani, ovvero quello che non si versa finisce in un conto a parte su cui è calcolato un interesse pari al tasso Irs a 10 anni più uno spread dello 0,50% (attualmente si arriva al 5,22%). Dunque non è praticato alcuno sconto e il mutuatario, dopo la chiusura del mutuo, avrà l’onere di pagare un altro prestito pari in media a 10, 20 mila euro.

Non solo. Se il costo del denaro dovesse scendere, l’intera operazione andrebbe a totale beneficio degli istituti di credito perché la nuova rata rinegoziata è a tasso fisso. Inoltre con questo meccanismo gli istituti giovano anche del vantaggio di vincolare a sé il cliente per un lungo periodo di tempo. Alla faccia della portabilità.

La scelta migliore, per chi è in grado di pagare la rata, è di continuare a farlo, rinunciando a utilizzare l'accordo Abi-governo.
In caso di difficoltà, le associazioni dei consumatori consigliano o di negoziare con la banca un spread più basso oppure di puntare sulla surroga, cioè il trasferimento a un altro istituto, che non comporta costi.
Solo nel caso di fallimento sia del negoziato sia della surroga, l’accordo Tremonti diventa una soluzione, poiché i ricorso ai tassi medi del 2006 è un obbligo per la banca.


lunedì 21 luglio 2008

BOSSI INSULTA E TREMONTI SBAGLIA MANOVRA

"Mentre il ministro per le Riforme insulta l'inno nazionale e i professori meridionali, presentando il volto secessionista della Lega e smentendo qualsiasi possibilita' di dialogo sul federalismo (quale?), il ministro dell'Economia paventa lo spettro del '29 e, intanto, mette la fiducia su una manovra depressiva che aumenta le tasse, non investe nello sviluppo, penalizza le famiglie.

Se le grandi emergenze sono la salvaguardia del potere d'acquisto di fronte all'aumento dei prezzi e le riforme istituzionali in nome della stabilita', e del rispetto della volonta' dei cittadini, questo governo e' davvero inadeguato".

Lo afferma Marina Sereni, vicepresidente dei deputati del Partito democratico.

"Tremonti - dice Sereni - disegna un autunno fosco, ma intanto ci presenta una manovra che mette a serio rischio la sanita' pubblica, le risorse per la sicurezza e per i rinnovi contrattuali.

Bossi cerca di galvanizzare i suoi che non gradiscono l'eccessivo interesse di Berlusconi per la giustizia, rispolverando il repertorio di dileggio dell'unita' del Paese e dei suoi simboli".

"Abbiamo - conclude l'esponente del Pd - davvero di fronte una situazione economica difficile che colpisce, soprattutto, chi vive di stipendio, salario o pensione.

Dobbiamo mettere mano alle riforme per restituire credibilita' alle istituzioni e adeguarle ai tempi.

Ma dialogo e trattativa con questo governo sono davvero difficili"

Sindacalisti e lavoratori contestano la circolare di Brunetta
"Norme analoghe esistono già da oltre 10 anni"

Visita fiscale dal primo giorno?
"Le norme ci sono, i soldi no"

Scetticismo su più precise modalità di applicazione: i controlli costano
è per questo che vengono effettuati "a macchia di leopardo"
di ROSARIA AMATO

Visita fiscale dal primo giorno? "Le norme ci sono, i soldi no"

Il ministro Brunetta


ROMA - "Io ho sempre ricevuto la visita fiscale, anche per un solo giorno di malattia", dice Sandra, insegnante alla scuola media. "Il professor Brunetta ha scoperto l'acqua calda, in quanto l'obbligo della visita fiscale (dal primo giorno) già esiste da tempo nei Contratti Nazionali di comparto (che fanno schifo...)", scrive un lettore di Repubblica.it. Insomma, come si legge su un comunicato che oggi apre il sito della Uil Funzione Pubblica, "Circolare del ministro dell'Innovazione sulle assenze: poche novità, molta propaganda".

La temuta visita fiscale annunciata infatti da Brunetta per scovare i dipendenti pubblici assenteisti è stata introdotta da tutti i contratti collettivi di settore dal 1994. "Chi ha mal di testa o mal di denti ormai va al lavoro comunque, proprio per evitare la visita fiscale... però poi ci sono i furbi che riescono a stare a casa 20 giorni con un certificato rilasciato da un medico compiacente", si lamenta un lettore. In un comunicato congiunto i responsabili sindacali dell'Inps contestano il ministro anche con toni più aspri: "Sta vendendo fumo", accusano, riferendosi alla circolare pubblicata ieri.

LEGGI IL TESTO DELLA CIRCOLARE

I sindacalisti citano tutte le norme: "Penalizzazione dal primo giorno di malattia e per i primi giorni con la decurtazione dello stipendio accessorio: è così dal 1994. Licenziato chi svolge un secondo lavoro: lo stabilisce dal 1994 un decreto dell'allora ministro Frattini. Nessun premio sarà distribuito in base ad automatismi: è già così dal 1990".

In cosa consisteno allora le novità della circolare di Brunetta? Forse nell'obbligatorietà delle norme, che al momento, per stessa ammissione sindacale, sono state applicate "a macchia di leopardo"? Neanche in questo, sono pronti a replicare i vari titolari delle segreterie della Funzione Pubblica: fare le visite fiscali costa, alcune amministrazioni se lo possono permettere, altre no, e comunque non con una regolarità matematica. Sarebbe utopistico pensare che adesso tutti i responsabili si attiveranno per far partire sempre le visite fiscali dal primo giorno. Quanto all'effetto deterrente della norma, più di un sindacalista ironizza sul calo del 20% delle malattie che il ministro Brunetta afferma di aver già riscontrato a partire da maggio.

Se anche le visite fiscali venissero effettuate con estrema puntualità per effetto della circolare, nessuno tuttavia le contesterebbe, assicura il segretario generale della Fps-Cisl Rino Tarelli: "E' evidente che è un costo aggiuntivo, ma se la Pubblica Amministrazione ha le risorse per un investimento di questo tipo, che si pone come obiettivo quello di combattere le malattie fittizie, non vedo perché non debba farlo. Anche aumentare le ore di disponibilità del dipendente non mi sembra un'abnormità: chi è malato sta a casa, se ha delle esigenze particolari legate al suo stato di salute può sempre dimostrarlo".

Altri rappresentanti sindacali hanno però contestato l'ampliamento delle ore di disponibilità: alla fine il malato che ha delle esigenze particolari (come quella di comprare le medicine) potrebbe usufruire solo dell'equivalente di una risicatissima "ora d'aria".

Semmai, osserva Tarelli, norme di questo tipo andrebbero applicate sempre, e non solo in senso punitivo nei confronti del lavoratore. Il riferimento è in particolare al mancato pagamento dei premi di produttività nel periodo di malattia: "E' giusto che chi è malato non percepisca la parte di retribuzione legata alla produttività. Se però le somme stanziate vengono semplicemente trattenute dall'Amministrazione, il provvedimento mira solo a fare cassa. Andrebbero invece assegnate, previa verifica, agli altri colleghi, che sono costretti a lavorare di più quando c'è un malato, se si intendono raggiungere i medesimi obiettivi". La produttività, insomma, va premiata, non deve essere solo uno spauracchio.

E la giusta esigenza di "combattere i fannulloni", afferma il segretario della Uil Pa, Luigi Bosco, non deve tradursi in "disposizioni che sembrano ispirarsi a principi punitivi e vessatori".
(18 luglio 2008)

venerdì 18 luglio 2008

RIFORME

VELTRONI, STOP A DIALOGO CON COMMISTIONI INDEBITE

Gasparri, il Csm e' una cloaca

Tenaglia, totale mancanza di rispetto delle istituzioni

(ANSA) - ROMA, 18 LUG - 'La cloaca del Csm correntizzato, partitizzato e parcellizzato e' uno scandalo che offende gli italiani', afferma Maurizio Gasparri. 'Come presidente dei senatori del Pdl - sottolinea Gasparri a Radio Radicale - reputo prioritaria una equilibrata riforma della giustizia'.

'Il vero scandalo - replica Lanfranco Tenaglia, ministro ombra della Giustizia - sono le dichiarazioni di Gasparri che dimostrano una totale mancanza di senso e di rispetto delle istituzioni'.

Venerdì 18 Luglio 2008, 16:29


Rifiuti: Pd; evitare propaganda, strada e' lunga






ROMA --"L'emergenza rifiuti in Campania non cessa solo perche' lo ha annunciato in tv il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Non siamo in una fiction, ma nella realta', come sanno bene i cittadini campani.
Basta con la propaganda".

Lo afferma Roberto Della Seta, capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente del Senato.
"Negli ultimi mesi in Campania ci sono stati passi avanti, grazie al lavoro di Bertolaso, alle scelte fatte a suo tempo da De Gennaro e alla responsabilita' degli amministratori locali -sottolinea Della Seta- ma di rifiuti per le strade ce ne sono ancora molte migliaia di tonnellate, soprattutto in provincia di Napoli, e la strada per dare alla Campania un sistema di gestione dei rifiuti sicuro ed efficiente e' ancora lunga.
Forse e' chiedere troppo, ma il presidente del Consiglio dovrebbe evitare le fanfare della propaganda".

Governo, Economist di nuovo contro Berlusconi

Reuters - Gio 17 Lug - 18.51

ROMA - Silvio Berlusconi novello Nerone: suona - il violino - mentre l'Italia brucia.

Con questo titolo - accompagnato da una vignetta che raffigura il premier in smoking con il capo cinto da alloro che sorridente suona il violino mentre alle sue spalle imperversa un rogo - il settimanale britannico Economist torna ad attaccare Silvio Berlusconi e il suo governo che, dopo soli due mesi "sta in maniera piuttosto deprimente assomigliando sempre più a quello precedente" guidato dal Cavaliere.

In un editoriale che sarà pubblicato nel numero di domani, l'Economist passa in rassegna i primi provvedimenti assunti dal governo, lamentando come Berlusconi - che in campagna elettorale "trasudava sobrietà" - in soli due mesi abbia messo al centro della sua agenda politica "gli interessi propri e delle proprie aziende".

Fra le misure 'ad personam' in progetto il settimanale cita il tentato decreto per evitare il passaggio di Rete4 - gruppo Mediaset, di proprietà di Berlusconi - sul satellite; il paventato dl sulle intercettazioni, anche questo motivato da "motivi personali". Si citano poi altri due provvedimenti che "secondo i critici i problemi legali di Berlusconi sarebbero al centro di altre due misure" allo studio del governo: la sospensione dei processi - che blocca anche quello Berlusconi/Mills - e "l'immunità" per le quattro più alte cariche dello Stato.

Secondo il settimanale tali scelte sono rese ancora più gravi dalla attuale congiuntura negativa che mostra una economia italiana piatta: "Il motore della buona nave italiana sta crepitando; il vento lo sta spingendo contro le rocce ed il capitano è impegnato in altre faccende".

Sempre in economica, piuttosto che parlare di liberalizzazioni, il governo sembra spingere altri soldi dei contribuenti "nella azzoppata compagnia aerea nazionale, Alitalia".

Berlusconi ha annunciato almeno una "riforma radicale" per l'autunno, ma è quella della giustizia, conclude l'Economist.


mercoledì 16 luglio 2008

L'ELEZIONE DEL SEGRETARIO METROPOLITANO DEL PD, AVVENUTA NEI GIORNI 11 E 12 LUGLIO NEL CIRCOLO DI PESSANO CON BORNAGO HA VISTO LA PARTECIPAZIONE DI 24 VOTANTI, CON I SEGUENTI RISULTATI:

17 VOTI PER EZIO CASATI

7 VOTI PER PIERVITO ANTONIAZZI

0 SCHEDE BIANCHE

0 SCHEDE NULLE

lunedì 14 luglio 2008

18 luglio con Veltroni a Milano

Cara amica, caro amico,

il 18 luglio a Milano vogliamo proporre un confronto aperto sulle idee che devono contraddistinguere i democratici e definirne un’identità forte.

Il progetto e’ “Democratici al futuro”.

Abbiamo alcune domande alle quali cerchiamo di dare una risposta: quali sono le idee guida fondamentali dei Democratici per il futuro? Da dove partire per definire la nostra identità al di là delle discussioni sul passato? Qual è l’alfabeto della nostra appartenenza?

Il sito di riferimento dell’evento è http://www.democraticialfuturo.it e ha già garantito la sua presenza anche WALTER VELTRONI.

Partecipare all’incontro e’ semplice, basta compilare il modulo di adesione online e l’accesso e’ libero fino a esaurimento dei posti.

Ti chiediamo un “biglietto di ingresso”: un libro.

Chi partecipera’ all’incontro dovra’ infatti presentarsi con la copia di un libro che ritiene possa essere importante per la cultura politica dei democratici.

Il volume sara’ ovviamente il pretesto, il simbolo per un ragionamento di merito da affrontare intervenendo.

Vai al sito, iscriviti, proponi il tuo libro.
Ci vedremo il 18 luglio per parlarne insieme.

Maurizio Martina
Segretario regionale PD Lombardia
----------
Organizzativo PD Lombardia
P.zza Luigi di Savoia 22 - 20124 Milano
Tel. 02/45481828 - Fax 02/45482076
Email
http://www.pdlombardia.it



Gruppo consiliare del Partito Democratico in Regione Lombardia


COMUNICATO STAMPA

4 luglio 2008


Rifiuti: Civati e Fabrizio (PD), Formigoni e la Lega hanno fatto una vera figuraccia


"Formigoni e la Lega hanno fatto una vera figuraccia. Hanno trascorso mesi a spiegare che i rifiuti campani non sono adatti agli inceneritori lombardi e ora dovranno spiegare delle due l'una, o che avevano esagerato prima o che stanno per arrivare in Lombardia rifiuti potenzialmente pericolosi".

Così commentano i consiglieri regionali del PD Giuseppe Civati e Maria Grazia Fabrizio la notizia dell'accordo tra Regione Lombardia e Governo per lo smaltimento di una quota di rifiuti campani.

"La realtà – spiegano Civati e Fabrizio - è che il centrodestra ha strumentalizzato l'emergenza campana in modo ideologico e opportunistico, lucrando su un problema su cui era necessaria la massima responsabilità delle istituzioni.

Da gennaio sosteniamo che la Lombardia avrebbe dovuto e potuto fare la propria parte, chiedendo tutte le garanzie del caso.

Ma allora c'era il governo Prodi e la Regione negava la propria disponibilità, mentre la Lega addirittura minacciava di incendiare i camion".


Stefano Tessera
Ufficio Stampa PD

Consiglio regionale della Lombardia
Via Fabio Filzi, 29 - 20124 Milano
tel. 02.67.48.2283 - 2261
cell. 339.105.1174
fax 02.67.48.2842


venerdì 11 luglio 2008

Berlusconi è il padre-padrone della coalizione che,

senza di lui, implode: ecco perché va difeso a tutti i costi

Lodo Alfano, centrodestra allineato e coperto

di Vincenzo Ortolina


Non credo si debba essere grandi esperti di diritto costituzionale per intuire il profilo di incostituzionalità della norma che sospende per un anno i processi a chi rischia meno di dieci anni di reclusione, proposta dal centrodestra (su pressione di chi mai?) con la motivazione che "bisogna dare priorità ai reati più gravi, quelli che hanno allarmato il pubblico!". Una norma, detto in ogni caso da molti specialisti, che violerebbe il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, e che rappresenterebbe una sorta di amnistia occulta. Perché verrebbero sospesi decine di migliaia di processi riguardanti delitti comunque gravi, a volte persino più odiosi di quelli che comportano pene superiori. Un quotidiano ha provato ad elencarli: sequestro di persona, estorsione, rapina, furto, ricettazione, associazione a delinquere, stupro, violenza sessuale, sfruttamento della prostituzione, usura, violenza privata, possesso di materiale pedo-pornografico, detenzione clandestina, omicidio colposo per colpa medica o per incidente stradale, maltrattamento in famiglia, incendio, anche boschivo, molestie, traffico di rifiuti; e poi, quelli finanziari e contro la pubblica amministrazione, vale a dire: bancarotta fraudolenta, corruzione (anche in atti giudiziari), frode fiscale, peculato, truffa comunitaria. Ma questi non sono forse anch'essi reati che allarmano l'opinione pubblica? Una follia, dunque, questa norma. Sulla quale è infatti drastico, a quanto è dato di sapere, il giudizio del Consiglio superiore della magistratura (il cui diritto ad esprimere un parere viene, guarda caso, contestato a destra), e pessima l'opinione della gran parte dei magistrati, componenti cosiddette moderate comprese, nonché degli opinionisti non al soldo o comunque non infatuati del Cavaliere. Saranno tutti impazziti? Sorprende, perciò, il piatto allineamento di tutto il centrodestra, ex rigoristi della Lega e di Alleanza nazionale compresi, su questa posizione, che ha allora un'unica spiegazione: le sorti politiche di chi sta da quella parte dipendono prevalentemente, se non esclusivamente, da quelle del padre-padrone della coalizione: via Berlusconi, l'alleanza implode. Perciò, egli va difeso a qualsiasi costo. Una sorta di amnistia generale camuffata, dunque, che assai probabilmente non si sarebbe mai fatta, è opinione largamente condivisa, se di mezzo non ci fosse stato il processo Mills, ormai agli sgoccioli. O comunque non si sarebbe fatta in questo modo assurdo, cioè sotto forma di frettoloso emendamento ad un decreto-legge che c'entra assai poco con la materia. All'estero, dove stiamo facendo l'ennesima figuraccia, ne sono assolutamente convinti: basta leggere un po' di stampa internazionale, a proposito della quale la destra non può venirci a dire, ogni volta, che è semplicemente prevenuta contro il Cavaliere. E' quest'ultimo, del resto, che, con la sua missiva letta assai inopportunamente da Schifani in parlamento, ha indirettamente ammesso che il primo soggetto interessato alla norma era proprio lui. Sul processo in corso, Berlusconi, come altre volte, ha un po' enfaticamente giurato la sua innocenza sulla testa dei propri figli, dichiarando che se fosse convinto, in coscienza, di avere commesso qualche illecito, lascerebbe la politica. Ma chi può decidere se è colpevole o no, se non un tribunale? E se è così sicuro della propria innocenza, viene da dire, si faccia processare: i giudici saranno pure politicizzati, ma non sono stupidi. E lui, probabilmente, ne uscirebbe trionfante. Non ci ha pensato? In realtà, Berlusconi non si fida della magistratura, si sa. Orbene: le manchevolezze della giustizia le conosciamo tutti: processi troppo lenti, protagonismo a volte eccessivo di taluni magistrati; esagerato tintinnar di manette (gli arresti facili), eccetera. Personalmente ritengo sia giusto mettere un po' di ordine anche nel sistema delle intercettazioni telefoniche, pur senza impedirne (guai!) l'effettuazione. A me non scandalizza neppure l'ipotesi che venga cancellata l'obbligatorietà dell'azione penale, considerato che, come esercitata oggi, essa davvero non impedisce qualche discrezionalità. Insomma: riforme, in materia, servono. Il problema è che le norme che sta varando l'attuale maggioranza non c'entrano alcunché con questi problemi, non ne risolvono nessuno. Perché tali questioni andrebbero approfondite, affrontate e risolte con ben altra attenzione, con rigore, lungimiranza, equilibrio. Il che non sta avvenendo neppure a proposito del formalmente più impegnativo disegno di legge detto lodo Alfano, sostitutivo, diciamo così, dello Schifani. In tema, è evidente che, se avesse onestà intellettuale, la destra, nel proporlo, dovrebbe dichiarare di ritirare l'altra norma sulla sospensione dei processi. Ma non lo può fare, perché deve sostenere che si tratta di due provvedimenti che non hanno alcun collegamento: uno di carattere generale, l'altro più specifico. Sul citato lodo, io non riesco a non considerare, in ogni caso, che, prima dell'arrivo sulla piazza politica di Berlusconi, in 50 anni, cioè, di vita costituzionale, non si era mai sentita alcuna reale sua necessità, perlomeno non di questo tipo di lodo, anche se la questione dell'immunità dei politici è stata frequentemente presa in considerazione e trattata. E non sono affatto sicuro che, se venisse spiegato loro correttamente, e non alla…. Emilio Fede, gli elettori, che pure hanno premiato il Cavaliere, riterrebbero giusto esentare le più alte cariche dello stato da procedimenti penali per comportamenti illeciti di qualsivoglia natura (compresa, per esempio, l'antipaticissima fattispecie della corruzione in atti giudiziari) eventualmente tenuti antecedentemente – oltre che durante – l'assunzione di responsabilità istituzionali. Ma il problema è un altro, ci gridano ogni giorno da destra: Berlusconi è stato rieletto a furor di popolo, un popolo che lo ha dunque pienamente legittimato, pur sapendo perfettamente chi fosse, la sua storia, i suoi processi. Questa è perciò la democrazia, bellezza! Nel mio piccolo, io ne ho un'idea un po' diversa: la democrazia si esercita sempre nel quadro di uno stato di diritto, con regole che non possono essere piegate alla convenienza del momento. E qui vale la considerazione che il caso Berlusconi, così peculiare, così unico nel mondo democratico occidentale, andava affrontato per tempo, rivisitando anche la normativa sul regime delle ineleggibilità e delle incompatibilità. Ma neppure il centrosinistra ebbe il coraggio di farlo sino in fondo, a suo tempo, un po' temendo, certo, la reazione della piazza mediatica, sensibile alle ragioni del padrone di Mediaset. A questo punto, temo ci sia poco da fare, da parte nostra (parlo del PD), se non sperare nella Corte costituzionale. Che, ribadisco, ho l'impressione arriverà a bocciare, se approvate, queste leggi, con grande scorno, spero, del centrodestra. Certo, per tutto quanto ho sin qui annotato, il Partito democratico, a mio avviso, non può essere minimamente complice, sul tema: non, ovviamente, sul ferma processi, ma neppure sul lodo, troppo congegnato a misura del signor Berlusconi, più che del capo del governo e delle altre cariche istituzionali. Tanto più se, come pare, il lodo risulterà funzionale altresì all'obiettivo di non impedire, ulteriormente, che l'uomo di Arcore, giusto il soggetto più indicato a rappresentare l'unità della nazione, diventi il prossimo presidente della Repubblica. A proposito: c'è qualcuno pronto a fondare sin d'ora comitati "Silvio never president"? M'iscrivo subito. Troppo rigida, troppo passionale, questa mia posizione? Corriamo il rischio, così, di rompere quell'armonia tra maggioranza e opposizione auspicata e benedetta, forse un po' repentinamente, pure in alto loco? Ma non l'hanno cercata e decisa loro, questa rottura? Perdiamo lo stigma di partito responsabile, a vocazione maggioritaria, moderato? Non lo so. Di sicuro so invece che, quanto al dialogo sulle riforme istituzionali, il lodo dovrebbe essere precipua materia di confronto, e vediamo invece come sta andando. Aggiungiamo poi, per il resto, che, solo per citare il tema della sicurezza, tra Tettamanzi e Decorato (parlo da milanese), noi non possiamo che stare col primo contro il secondo, così come con i vescovi italiani contro Maroni sul tema delle impronte digitali ai bambini rom. Per non dire che l'idea di mobilitare l'esercito nelle città, come se fossimo in un qualsiasi staterello sudamericano, fa pensare che il governo non sappia distinguere le funzioni di un poliziotto da quelle di un soldato.

Se, tutto ciò nonostante, è comunque d'obbligo salvaguardare uno spazio di confronto sulle riforme, facciamo con la destra questo patto: massimo due anni di tempo per produrre - oltre che una legge elettorale che modifichi la porcata e ridia un potere di scelta ai cittadini in materia - un significativo, pur se non necessariamente rivoluzionario, riassetto della complessiva struttura istituzionale, con l'obiettivo di ridurre anche i costi della politica, salvaguardando comunque gli spazi di democrazia. Credo tutti sappiamo di che cosa sto parlando: riduzione del numero dei parlamentari e delle loro prebende, nonché di quelle eventualmente esagerate degli altri livelli istituzionali, a partire dalle regioni; superamento del bicameralismo perfetto e creazione del senato delle autonomie; profonda razionalizzazione del sistema delle Province (ma un ente intermedio di dimensione e con funzioni adeguate non è affatto inutile, credete!), e contestuale soluzione della connessa questione delle città metropolitane (con superamento della Provincia di Milano, per esempio); riconduzione agli organi dei Comuni di buona parte di quelle competenze oggi disseminate in un'infinità di organismi dipendenti (e non) dagli stessi; rivalorizzazione del ruolo delle assemblee elettive, cioè della democrazia dal basso; introduzione di un equilibrato federalismo fiscale purché solidale.

Subito dopo, di nuovo alle urne, con, e nel nuovo sistema.

La destra, alla fine, non ci starà, ne sono convinto. Ma se ne dovrà assumere la responsabilità.


Giugno 2008


venerdì 4 luglio 2008

elezione diretta del Segretario del Partito Democratico metropolitano di Milano

Carissimi amici Fondatori

procede la fase costituente del Partito Democratico.

Il Partito Democratico, in linea con il proprio statuto e i principi in esso contenuti, estende a tutti coloro che li condividono la facoltà di eleggere i propri rappresentanti, a tutti i livelli, favorendo la massima partecipazione.

Dopo la grande partecipazione alle primarie del 14 ottobre per la fondazione del

Partito Democratico e la votazione del 27 gennaio per l'elezione del Coordinamento del nostro Circolo, siamo ora chiamati all'elezione del Segretario Provinciale.

Nei giorni di Venerdì 11 e Sabato 12 sono indette le votazioni per l'elezione diretta del Segretario del Partito Democratico Metropolitano di Milano, con svolgimento presso i Circoli di Milano città e Provincia.

Hanno diritto di voto tutti i cittadini che hanno ritirato l'Attestato di "Fondatrice-Fondatore del PD" e comunque sono ammessi tutti i cittadini che hanno votato alle primarie del 14 ottobre e che potranno ritirare il loro "Attestato" in questa nuova occasione.

Il seggio ,organizzato dal Circolo, sito in via Negroni 4, sarà aperto per lo svolgimento delle operazioni di voto contestualmente all'inizio dell'Assemblea del Circolo, convocata dal Portavoce di Circolo, per le ore 20,30 di Venerdì 11 luglio 2008.

L'apertura del seggio è garantita nei seguenti giorni ed orari:

-Venerdì 11 luglio dall'orario di apertura sino alle ore 23,00

-Sabato 12 luglio dalle ore 9,30 alle 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 19,00.

Il voto avviene in forma segreta.

Le schede sono predisposte dall'Ufficio Organizzativo Provinciale e riportano i nomi dei candidati, secondo l'ordine determinato con sorteggio.

I voti vengono scrutinati immediatamente dopo la chiusura del seggio.

Ringraziamo per il prezioso contributo che ancora una volta porterai al Partito Democratico e al Paese.


Il Portavoce

Giordano Mazzurana


i nostri contatti,per qualsiasi informazione sono:

email: pdpessanoconbornago@gmail.com

per consultazione http://pdpessanobornago.blogspot.com