lunedì 28 luglio 2008

Norma anti-precari, Veltroni attacca
Ma il governo conferma il testo

Il ministro Sacconi parla di "norma transitoria" per una "platea limitata" di destinatari
E precisa che sarà il ddl "la sede idonea per l'esame degli eventuali interventi correttivi"

Norma anti-precari, Veltroni attacca Ma il governo conferma il testo


ROMA - L'emendamento cosiddetto "anti-precari" resta nel testo della manovra e il governo, nonostante le critiche ricevute, non ha presentato e non intende mettere a punto alcuna modifica. Lo ha precisato, a margine dei lavori della commissione Bilancio in Senato, il relatore Salvor Fleres (Pdl), aggiungendo che il governo ha invece presentato un emendamento alla manovra che corregge l'articolo 60, come richiesto dal Quirinale. E il senatore Antonio Azzollini (Pdl) aggiunge che eventuali modifiche alla norma arriveranno con altri provvedimenti, sottolineando che nel decreto all'esame del Senato ci saranno solo variazioni di "natura tecnica".

Sacconi: "Norma transitoria, il ddl la sede idonea". Una spiegazione viene da una nota del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che assicura che quella anti-precari è "una norma transitoria" e riguarda una "platea limitata" di destinatari. Il provvedimento è riferito "esclusivamente ai giudizi in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto" e "quasi esclusivamente a controversie con la società Poste italiane". E precisa: sarà il ddl di accompagnamento alla Finanziaria "la sede idonea per l'esame degli eventuali interventi correttivi necessari a garantire una disciplina a regime coerente con l'accordo tra Cisl, Uil e organizzazioni dei datori di lavoro del 5 luglio 2001". Il ddl proseguirà l'iter parlamentare nei prossimi mesi e sarà approvato entro dicembre.

Veltroni: "Norma inaccettabile". A prendere posizione con forza contro la norma è Walter Veltroni: "E' una misura politicamente e socialmente inaccettabile, oltre che a rischio di costituzionalità, chiedo al governo di ritirarla immediatamente", perché "rafforza l'ingiustizia di questo Paese e aumenta la precarietà". Altrimenti, promette il segretario del Pd, "contrasteremo questo provvedimento in Parlamento con tutte le nostre forze".

"La norma va cancellata". Almeno a sentire le parole di Veltroni, l'idea di sanare la situazione con un possibile provvedimento correttivo non basta: la norma va già cancellata dal testo attualmente in discussione. Cosa che l'esecutivo non vuole fare, per non allungarne l'iter parlamentare. Veltroni, però, non accetta questa logica: "Il nostro paese sta vivendo un periodo di stagnazione drammatica che allarga le differenze sociali. Per questo siamo disposti, pur di eliminare l'emendamento anti-precari, anche a una terza lettura della Camera sul maxiemendamento".

La Lega: "La norma ripristina i diritti negati". Roberto Cota, presidente dei deputati della Lega, difende la norma che a suo parere "non toglie diritti, ma semmai ripristina quelli negati. Quelli che oggi invocano misure per i giovani che fanno fatica a trovare un lavoro dovrebbero sapere che proprio la norma in questione serve a porre rimedio a un aggiramento delle norme sul pubblico impiego e sui concorsi pubblici". E Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, cerca di smorzare i toni definendola "una situazione circoscritta", con particolare riferimento alle Poste, "ed è scartata ogni ipotesi riguardante il presente e il futuro e la gran massa dei precari".

Confindustria: "Norma in linea con direttiva Ue". Anche Confindustria si schiera a favore della norma, precisando che è in linea con la direttiva europea, e "non c'è alcuna violazione della volontà delle parti che hanno sottoscritto il patto sul Welfare del luglio 2007, perché non vengono messe in discussione le tutele fondamentali contro ogni impropria reiterazione nell'utilizzo del contratto a termine".

Pezzotta: "Evitare tensioni sociali". Dall'Udc, ad esempio, insorge Savino Pezzotta: "Se veramente la maggioranza vuole un confronto diverso e costruttivo con le opposizioni e, aggiungo, con le forze sociali - dichiara l'ex segretario della Cisl - rinunci a voler imporre quest'intervento. E' tempo di cambiare metodo e strategia ed evitare di innescare tensioni sociali".

Dall'interno del governo critiche sul metodo. Dopo le perplessità di Sacconi e di Renato Brunetta, il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, a Sky Tg24 sostiene che "la norma è un'iniziativa sulla quale la maggioranza deve confrontarsi, valutandone attentamente il senso. Sul piano del metodo credo che la strada giusta non sia inserire una simile norma con un emendamento in finanziaria, che risulta estemporaneo e si presta facilmente a strumentalizzazioni".

Sindacati sono sul piede di guerra. Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani accusa il governo di compiere "un lavoro chirurgico": "A differenza di quanto aveva fatto precedentemente, come nel caso dell'articolo 18, l'esecutivo non affronta di petto lo scontro con il sindacato ma cerca di aggirare il tema. Così facendo, fa cadere il palazzo dei diritti". Per Epifani, è necessario "reagire a questi atti di manomissione dell'accordo del 23 luglio. Dove il governo interferisce pesantemente".

Nessun emendamento in materia. "Sui precari per ora non c'è nulla - spiega Fleres - mentre c'è una proposta di modifica del governo sull'articolo 60. Quest'ultimo assegna ai ministri la possibilità di modificare per via amministrativa le postazioni di bilancio approvate con legge dal Parlamento: scelta questa che ha suscitato le perplessità del Quirinale".
(28 luglio 2008)

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