lunedì 21 luglio 2008

Sindacalisti e lavoratori contestano la circolare di Brunetta
"Norme analoghe esistono già da oltre 10 anni"

Visita fiscale dal primo giorno?
"Le norme ci sono, i soldi no"

Scetticismo su più precise modalità di applicazione: i controlli costano
è per questo che vengono effettuati "a macchia di leopardo"
di ROSARIA AMATO

Visita fiscale dal primo giorno? "Le norme ci sono, i soldi no"

Il ministro Brunetta


ROMA - "Io ho sempre ricevuto la visita fiscale, anche per un solo giorno di malattia", dice Sandra, insegnante alla scuola media. "Il professor Brunetta ha scoperto l'acqua calda, in quanto l'obbligo della visita fiscale (dal primo giorno) già esiste da tempo nei Contratti Nazionali di comparto (che fanno schifo...)", scrive un lettore di Repubblica.it. Insomma, come si legge su un comunicato che oggi apre il sito della Uil Funzione Pubblica, "Circolare del ministro dell'Innovazione sulle assenze: poche novità, molta propaganda".

La temuta visita fiscale annunciata infatti da Brunetta per scovare i dipendenti pubblici assenteisti è stata introdotta da tutti i contratti collettivi di settore dal 1994. "Chi ha mal di testa o mal di denti ormai va al lavoro comunque, proprio per evitare la visita fiscale... però poi ci sono i furbi che riescono a stare a casa 20 giorni con un certificato rilasciato da un medico compiacente", si lamenta un lettore. In un comunicato congiunto i responsabili sindacali dell'Inps contestano il ministro anche con toni più aspri: "Sta vendendo fumo", accusano, riferendosi alla circolare pubblicata ieri.

LEGGI IL TESTO DELLA CIRCOLARE

I sindacalisti citano tutte le norme: "Penalizzazione dal primo giorno di malattia e per i primi giorni con la decurtazione dello stipendio accessorio: è così dal 1994. Licenziato chi svolge un secondo lavoro: lo stabilisce dal 1994 un decreto dell'allora ministro Frattini. Nessun premio sarà distribuito in base ad automatismi: è già così dal 1990".

In cosa consisteno allora le novità della circolare di Brunetta? Forse nell'obbligatorietà delle norme, che al momento, per stessa ammissione sindacale, sono state applicate "a macchia di leopardo"? Neanche in questo, sono pronti a replicare i vari titolari delle segreterie della Funzione Pubblica: fare le visite fiscali costa, alcune amministrazioni se lo possono permettere, altre no, e comunque non con una regolarità matematica. Sarebbe utopistico pensare che adesso tutti i responsabili si attiveranno per far partire sempre le visite fiscali dal primo giorno. Quanto all'effetto deterrente della norma, più di un sindacalista ironizza sul calo del 20% delle malattie che il ministro Brunetta afferma di aver già riscontrato a partire da maggio.

Se anche le visite fiscali venissero effettuate con estrema puntualità per effetto della circolare, nessuno tuttavia le contesterebbe, assicura il segretario generale della Fps-Cisl Rino Tarelli: "E' evidente che è un costo aggiuntivo, ma se la Pubblica Amministrazione ha le risorse per un investimento di questo tipo, che si pone come obiettivo quello di combattere le malattie fittizie, non vedo perché non debba farlo. Anche aumentare le ore di disponibilità del dipendente non mi sembra un'abnormità: chi è malato sta a casa, se ha delle esigenze particolari legate al suo stato di salute può sempre dimostrarlo".

Altri rappresentanti sindacali hanno però contestato l'ampliamento delle ore di disponibilità: alla fine il malato che ha delle esigenze particolari (come quella di comprare le medicine) potrebbe usufruire solo dell'equivalente di una risicatissima "ora d'aria".

Semmai, osserva Tarelli, norme di questo tipo andrebbero applicate sempre, e non solo in senso punitivo nei confronti del lavoratore. Il riferimento è in particolare al mancato pagamento dei premi di produttività nel periodo di malattia: "E' giusto che chi è malato non percepisca la parte di retribuzione legata alla produttività. Se però le somme stanziate vengono semplicemente trattenute dall'Amministrazione, il provvedimento mira solo a fare cassa. Andrebbero invece assegnate, previa verifica, agli altri colleghi, che sono costretti a lavorare di più quando c'è un malato, se si intendono raggiungere i medesimi obiettivi". La produttività, insomma, va premiata, non deve essere solo uno spauracchio.

E la giusta esigenza di "combattere i fannulloni", afferma il segretario della Uil Pa, Luigi Bosco, non deve tradursi in "disposizioni che sembrano ispirarsi a principi punitivi e vessatori".
(18 luglio 2008)

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