mercoledì 26 agosto 2009

PARTECIPIAMO AL DIBATTITO, DA PROTAGONISTI!

Alle Coordinatrici e ai Coordinatori dei Circoli del Partito Democratico     
>     Ho deciso di rivolgermi direttamente a voi perché sono convinto che nessuno più di voi che vivete la dimensione reale e territoriale del partito abbia titolo a valutare le scelte che riguardano il nostro futuro. Credo che i Circoli non siano solamente un´articolazione organizzativa del Partito, ma una specifica modalità del nostro stare nelle realtà, nelle comunità, a contatto con le persone e i loro problemi.
>     Nel circolo di esprime la novità più significativa del nostro partito. L´apertura più feconda a ciò che c´è fuori di noi. Non solo dalle organizzazioni, ma spesso anche dalle culture e dalle tradizioni politiche delle stagioni precedenti.
>     Non voglio perdermi nella presunta contraddizione tra partito degli iscritti e partito delle primarie: sono due dimensioni che possono e debbono stare assieme. Così come devono stare assieme militanti e d elettori. E possono farlo perché esistono i nostri circoli. Ed in essi persone come voi, che fanno della loro autonomia e della loro libertà la loro vera forza.
>     Per questo nel mio intervento mi sono impegnato ad un Patto con i Circoli.
>     Per questo mi rivolgo a voi e vi invio il testo del mio discorso del 16 luglio.
>     Non si tratta di un programma di governo. Né ho la presunzione di ritenere che possa essere sufficiente un discorso per esaurire la riflessione sul profilo culturale e sull´identità del Partito.
>     L´intento era ed è proporre ai democratici una direzione di marcia. Quella che si potrebbe definire una visione diversa della politica e della nostra responsabilità.
>     In un tempo come quello che viviamo, in cui tutto appare schiacciato sul presente, credo che sia importante cercare di allungare l´orizzonte. Guardare più lontano. Pensare e preparare il futuro. Dare un senso a parole e valori che sembrano svuotati del loro contenuto.
>     Per questo ho parlato di fiducia, regole, uguaglianza, merito e qualità.
>     Per questo ho parlato di "cambiamento contro la conservazione". Credo che sia necessario cambiare. Cambiare l´Italia. E  cambiare il passo del riformismo, divenuto troppo incerto, appesantito, contrastato dalla resistenza di privilegi e interessi corporativi.
>     Ho fiducia che il cambiamento sia possibile, perché credo nelle potenzialità e nelle risorse di questo paese e degli italiani.
>     So che potremo farcela con il sostegno, la fiducia e l´entusiasmo di tanti di voi. 
>     Dario Franceschini

From: comitato@dariofranceschini.it

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