PARTECIPIAMO AL DIBATTITO, DA PROTAGONISTI!
Alle Coordinatrici e ai Coordinatori dei Circoli del Partito Democratico
> Ho deciso di rivolgermi direttamente a voi perché sono convinto che nessuno più di voi che vivete la dimensione reale e territoriale del partito abbia titolo a valutare le scelte che riguardano il nostro futuro. Credo che i Circoli non siano solamente un´articolazione organizzativa del Partito, ma una specifica modalità del nostro stare nelle realtà, nelle comunità, a contatto con le persone e i loro problemi.
> Nel circolo di esprime la novità più significativa del nostro partito. L´apertura più feconda a ciò che c´è fuori di noi. Non solo dalle organizzazioni, ma spesso anche dalle culture e dalle tradizioni politiche delle stagioni precedenti.
> Non voglio perdermi nella presunta contraddizione tra partito degli iscritti e partito delle primarie: sono due dimensioni che possono e debbono stare assieme. Così come devono stare assieme militanti e d elettori. E possono farlo perché esistono i nostri circoli. Ed in essi persone come voi, che fanno della loro autonomia e della loro libertà la loro vera forza.
> Per questo nel mio intervento mi sono impegnato ad un Patto con i Circoli.
> Per questo mi rivolgo a voi e vi invio il testo del mio discorso del 16 luglio.
> Non si tratta di un programma di governo. Né ho la presunzione di ritenere che possa essere sufficiente un discorso per esaurire la riflessione sul profilo culturale e sull´identità del Partito.
> L´intento era ed è proporre ai democratici una direzione di marcia. Quella che si potrebbe definire una visione diversa della politica e della nostra responsabilità.
> In un tempo come quello che viviamo, in cui tutto appare schiacciato sul presente, credo che sia importante cercare di allungare l´orizzonte. Guardare più lontano. Pensare e preparare il futuro. Dare un senso a parole e valori che sembrano svuotati del loro contenuto.
> Per questo ho parlato di fiducia, regole, uguaglianza, merito e qualità.
> Per questo ho parlato di "cambiamento contro la conservazione". Credo che sia necessario cambiare. Cambiare l´Italia. E cambiare il passo del riformismo, divenuto troppo incerto, appesantito, contrastato dalla resistenza di privilegi e interessi corporativi.
> Ho fiducia che il cambiamento sia possibile, perché credo nelle potenzialità e nelle risorse di questo paese e degli italiani.
> So che potremo farcela con il sostegno, la fiducia e l´entusiasmo di tanti di voi.
> Dario Franceschini
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