mercoledì 8 ottobre 2008

Un brano di Tocqueville, inquietante ma attualissimo


 

Newsletter del Consigliere Regionale F. Prina (n.29 del 24.09.2008)

QUALE DEMOCRAZIA?

Alexis de Tocqueville, grande teorico del pensiero politico, già nell'800 preannunciava i limiti insiti nel metodo democratico e le sue possibili degenerazioni.

Gli eventi storici del '900 ne sono stati la manifestazione concreta: le forme di totalitarismo in genere quali fascismo, nazismo, comunismo, hanno confermato i suoi pensieri.

Per le società democratiche nessun periodo è immune da questo pericolo.

Anche il momento storico che stiamo vivendo deve farci riflettere: in quale direzione stiamo andando?

Vi allego queste poche righe dell'autore, pubblicate sul n. 3 di "La città possibile", affinchè possono essere il punto di partenza per una riflessione comune, invitandoVi ad inviare i Vs. commenti per un reciproco scambio di opinioni.

"… Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro.

In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso.

Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.

Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti.

In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri … Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso.

Basterà che si preoccupi per un po' di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l'ordine anzitutto!

Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati (…).

Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo".

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