lunedì 31 maggio 2010

Pd Info - 28 maggio 2010

Cari Circoli,

  non lo sappiamo se ci sia qualcuno disposto a crederci sul serio. L'Italia ha un debito di 1.800 miliardi di Euro, solo di interessi ne paga 70 ogni anno, ha un misero tasso di crescita dello 0,5% e adesso il Governo ci viene a dire che risolverà tutto in un biennio con una manovra da 12 miliardi l'anno, 24 in tutto. Il paese delle favole.

  Non sono bruscolini quei 24 miliardi, intendiamoci. Sono una mannaia e a pagarne il costo saranno i più deboli, i più indifesi. A Roma agitano lo spauracchio della Grecia ("tutta colpa della Grecia" sarà il leit-motiv delle prossime settimane e mesi, scommettiamo?). Poi lo capiamo anche noi che potrebbe sembrare il gioco delle parti in cui il Governo fa qualcosa e l'opposizione dice che non va bene, eppure anche in questo caso, anche stavolta, siamo oltre ogni gioco e ogni chiacchiera. Siamo a denunciare un problema che abbiamo il dovere di far comprendere a tutti, a quelli che ci votano come a quelli che ci voterebbero come a quelli che non ci voteranno, perché il problema è più che politico, riguarda la struttura stessa del vivere civile nel nostro Paese (come tanti altri, come il ddl intercettazioni, ma questo è un altro discorso) e il Partito Democratico ha il dovere di dirlo e di dirlo chiaro.

  Più di tutto diciamolo in Lombardia. Governano questa regione da quindici anni e veleggiano verso il ventennio, governano il Paese come lo hanno governato per otto degli ultimi dieci anni, hanno sempre raccontato di un'Italia forte, sicura di sé, ottimista, lontana da una crisi che era comunque di poco conto e perennemente "già finita", e adesso eccoli: nel giro di due settimane ci vengono a dire che siamo praticamente alla bancarotta, che siamo in emergenza nazionale.

Parlano e parleranno ancora manipolando la realtà, raccontando un Paese che non esiste. Diranno ancora che la colpa è "dei governi della sinistra" e certamente fingeranno di non sapere che in cinque anni (2001-06) l'avanzo primario accumulato dal Governo Ciampi a prezzo di duri sacrifici (5% del Pil) è stato azzerato proprio da loro, proprio dal binomio destra-Lega. Ma di autoassoluzioni berlusconiane abbiamo già piene le tasche, e non vorremmo che restassero piene solo di quello.


Il Pd è un partito responsabile, sa che un intervento occorre e che deve basarsi su quel principio di realtà sempre negato dal berlusconismo, sa anche che la spesa pubblica cresce a ritmi del 2% (vero, ma chi è che governa?) e che occorre metterci mano, però il Pd ha il dovere di dire che 3 milioni e 600mila dipendenti pubblici guadagnano mediamente 1.200 Euro l'anno e che forse una manovra seria e decente non può "stangare" loro e poi lasciare intatto chi ha redditi infinitamente superiori: altre nazioni hanno varato manovre pesanti quanto (e più) della nostra, ma hanno cominciato chiedendo sacrifici ai ceti più abbienti, e alle banche. E quando Berlusconi dice che "siamo tutti sulla stessa barca" mente sapendo di mentire, perché qualcuno se ne sta sulla terraferma e all'asciutto.

Un principio centralista regola questa manovra in modo da tartassare prima di tutto gli Enti Locali e i più deboli; dopo aver sempre negato la crisi il Governo si appresta ad agitare la sua mannaia sul territorio, sui servizi, sulle famiglie, sui lavoratori, sulle imprese. Hanno favoleggiato per anni, in Lombardia e altrove, di federalismo, di "Governo amico", e adesso Lega e Pdl ci chiedono come se niente fosse di svegliarci dal sogno.

C'è da sperare sì in un risveglio, ma che deve essere di ben altra natura. Impegniamoci perché avvenga, impegniamoci a raccontare tutto questo per le strade dei nostri paesi e delle nostre città. Alla fine, gratta gratta, il dovere di un partito è questo.

  Con amicizia,

 
 

Maurizio Martina

Segretario regionale Partito Democratico lombardo

 
 

Roberto Rampi

Responsabile Organizzazione PD Lombardo

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