martedì 8 aprile 2008

UNA RIFLESSIONE DALLA QUALE SI EVINCE

PERCHE'

TANTI CATTOLICI VOTERANNO PD


 

Cattolici e politica


 

Con una certa sfrontatezza, i capi del sedicente Partito della libertà, tutti con seconda famiglia al fianco, sostengono che i cattolici, se vogliono essere coerenti, non possono che votare il centrodestra.

Certo, un tempo era la DC, partito in ogni caso di centro e non di destra, a raccogliere la maggior parte del consenso cattolico.

Ma la balena bianca era davvero un partito d'ispirazione cristiana, oltre ad essere una forza politica di massa e interclassista.

Nulla a che vedere col partito di Berlusconi, e tanto meno col Pdl (che tra l'altro, perso il moderato Casini, si connota sempre più come formazione di destra), che provano a definirsene eredi.

E il partito di De Gasperi dominava in un Paese in cui il sentimento religioso era ancora fortissimo, e nel quale c'era, almeno nei primi anni del dopoguerra, una reale paura del comunismo, cioè di un sistema, di un impianto, di una visione del mondo totalitaria.

Quel mondo, oggi, non c'è più: si è secolarizzato nei suoi tratti distintivi e nei suoi schemi.

Ed è compito ineludibile della politica interrogarsi sui cambiamenti, creare nuovi assetti, dotarsi (e cercare di dotare la società) di strumenti per meglio leggere il reale.

La Democrazia cristiana, comunque, non rappresentava tutti i cattolici, anche perché dire 'cattolico' non può significare una categoria della politica.

Vi sono stati e ci sono, infatti, cattolici politicamente reazionari (una parte ha sostenuto tranquillamente il fascismo), o semplicemente conservatori, vale a dire di destra; ci sono cattolici moderati (ma la moderazione come metodo dovremmo condividerla tutti), cioè di centro; ci sono, infine, cattolici molto aperti al sociale, dunque, diciamo, di sinistra.

E allora, i cattolici impegnati in politica possono tranquillamente dividersi, senza che questo sia vissuto come un dramma, e senza che qualcuno, strumentalmente, cerchi sempre di richiamare gli stessi sotto il proprio ombrello, nella convinzione di poterli rappresentare ancora tutti.

Così prova a fare, appunto, il centrodestra, spesso col supporto ideologico di qualche movimento ecclesiale declamatore assiduo (e puntuale in campagna elettorale) del bene comune pur se esplicitamente schierato col partito di quel signore che, governando negli anni scorsi, è apparso molto interessato anche al bene proprio, facendo approvare dal parlamento numerose leggi ad personam.

L'unità politica dei cattolici, in ogni caso, non c'è più, e gli stessi sono più liberi: possono impegnarsi in politica portando nel partito che hanno scelto la propria declinazione del cattolicesimo.

Così, i cattolici democratici e popolari si sentono serenamente a proprio agio nel centrosinistra, fermo restando che sui problemi eticamente sensibili sono pronti a convergere, senza integralismi però, sulle posizioni del mondo cattolico.

Su tutto il resto si sentono tuttavia più rappresentati da una forza di centrosinistra che non di centrodestra.

Ritenendo anzi che dovrebbe essere naturale, per un cattolico, coltivare l'ambizione ad una società più giusta, essi pensano che, pur tra mille contraddizioni, tante idee di sinistra (attenzione alle fasce deboli della popolazione, confronto e dialogo, solidarietà e accoglienza dell'altro da sé, politica estera non aggressiva) siano straordinariamente cristiane.

La smetta, dunque, certa destra, di considerarsi l'unica depositaria dei valori dell'intero mondo cattolico, e interprete del volere della Chiesa.

E ai cattolici moderati, che non voterebbero mai a sinistra, suggeriamo di leggere assiduamente, in queste settimane di campagna elettorale, la stampa vicina al Pdl: vi dominano l'estremismo verbale e il qualunquismo più becero.

Agli stessi vorremmo poi esternare un dubbio: non hanno forse arrecato più danni alla morale cattolica tutti questi anni d'edonismo, di consumismo, di relativismo spinto, celebrati dai mass media e dalle reti televisive berlusconiane in particolare? Una domanda, infine, ai difensori della civiltà cristiana (ma attori di qualche ritualità pagana) della Lega Nord, non a caso alleata della Pdl: possibile che anche il (moderato) cardinale di Milano Tettamanzi sia diventato comunista solo perché chiede un po' di carità cristiana nei confronti degli immigrati?

Anche per questo, noi voteremo il Partito democratico di Veltroni.

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