giovedì 20 marzo 2008


Il responsabile del partito illustra le proposte economiche. Diverse, dice, da quelle del Pdl

Il Pd non fa promesse da marinaio
Tonini: il programma è credibile, sgravi e tagli realistici

L'Italia e il mondo sono entrati "in una crisi internazionale della quale fatichiamo a capire lo sbocco".
Ma non per questo Giorgio Tonini, senatore, capolista delle marche per il Pd, e responsabile del programma, rinuncia a fare promesse.
Anzi, visto che c'è, ne approfitta per anticipare una novità che sarà inserita dopo Pasqua.
Un meccanismo per il recupero del potere di acquisto delle pensioni "anche attraverso sgravi fiscali", dice a Italia Oggi.

Domanda: Il Pd propone sgravi costosi. Dove troverete i soldi?
Risposta: Nel nostro programma diciamo che tra il 2009 e il 2011 otterremo risparmi per 2,5 punti di pil.

D.: Quanta parte di questi soldi finanzierà nuove spese?
R.: Neanche un euro.

D.: Neanche un euro? A che serviranno allora?
R.:
Ad azzerare il deficit, dal lato della spesa, entro il 2011.

D.: E come ci riuscirete, se Prodi, sostenuto dal Pd, ha aumentato entrate e spesa?
R.: Noi, con la nostra indicazione dei risparmi, ci sottoponiamo a un giudizio sulle nostre capacità.
Qualche dimostrazione, però, l'abbiamo data, perchè, se nessuno in Italia ha ridotto la spesa in 15 anni, noi l'abbiamo frenata meglio di quanto abbiano fatto i nostri avversari.

D.: Il debito pubblico, però, costa 70-75 miliardi di euro l'anno.
Come se ne esce?
R.: L'Italia , proprio quando il mare internazionale si è fatto più minaccioso, è una nave piena di falle, anche perchè metà dell'Irpef serve a pagare interessi sul debito.
Il sistema pubblico deve fare meglio con meno.
Politici e amministratori devono sapere che la spesa ha toccato il tetto e deve scendere.

D.: Come?
R.: Con azioni concrete, come l'accorpamento degli uffici e la creazione, dentro ogni ufficio, di una funzione che si occupi dell'efficienza.
Ci sono duplicazioni incredibili come l'Inps e l'Inpdap, che fanno le stesse cose con le stesse regole.

D.: Ma Prodi voleva accorparli e non l'ha fatto.
Perchè voi dovreste riuscirci?
R.: Le resistenze sono forti, ma è indispensabile superarle.
Anche i sindacati del pubblico impiego, che hanno una controparte meno convinta di loro della necessità di cambiare, devono fare la loro parte.
La produttività deve diventare il parametro fondamentale anche nel sistema pubblico.

D.:Quindi pensate a un sistema di premi per i più efficienti?
R.: Nel pubblico convivono eccellenza e degrado.
Bisogna prendere gli esempi migliori, fare la media fissare parametri di riferimento.
Chi si avvicina va premiato e chi no va penalizzato.

D.:Di taglio in taglio, però, lo sviluppo va a farsi benedire...
R.: No, perchè con i conti in sicurezza si può fare contemporaneamente l'operazione fiscale, pagare meno, pagare tutti.

D.: Con quale obiettivo?

R.: Tutto ciò che entra deve essere redistribuito ai contibuenti leali con l'aumento delle detrazioni per lavoro dipendente e di tutte le altre detrazioni.
Poi servono agevolazioni fiscali per favorire la contrattazione di secondo livello.
Dal 2009 sarà possibile tagliare le aliquote di un punto l'anno, per dare sollievo alla domanda interna.

D.: Basterà per affrontare la crisi?
R.: No, se non si muove l'economia reale.
Perciò, a differenza del Pdl, vogliamo incentivare il lavoro delle donne.
Servono quindi crediti di imposta, soprattutto nel Sud, per le aziende che assumono donne, asili nido, e la dote fiscale per i figli.
Si può cominciare dai bambini fino a tre anni e poi salire nei limiti delle risorse via via disponibili.
Con questa dote si favoriscono le famiglie di più e meglio che con il quoziente familiare proposto dal Pdl, che dà forti sconti a chi guadagna di più e ai nuclei monoreddito.
E poi il quoziente familiare disincentiva l'occupazione femminile.
qui tra il nostro programma e il loro c'è una divergenza strategica.
E non è la sola, a dispetto di quelli che dicono che si tratta di due programmi fotocopia.

da Italia Oggi, intervista di Giampiero Di Santo

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