lunedì 31 marzo 2008

"Non si può continuare a ballare sul Titanic"

Walter lancia lo sprint finale contro Berlusconi

"Anche se perdo resto leader fino alle nuove primarie"


 

Roma— A mezzogiorno il gazebo di piazza Fiume tracima di gente in attesa.

Walter Veltroni, per tutti ancora "il nostro sindaco", è tornato a casa, a Roma, pit-stop necessario in occasione del D-Day, e loro vogliono vederlo, incontrarlo, mentre le bandiere del PD appassiscono al sole.

Goffredo Bettini è appollaiato su un motorino che stride sotto il suo peso, Giovanna Melandri in scarpe da jogging racconta la spola con la Liguria dove è capolista, Enrico Gasbarra si guarda intorno soddisfatto, Marianna Madia arriva un po' di corsa.

Il leader si fa aspettare poco, un quarto d'ora ed "eccolo, è qui" applaudono forte i militanti, lui scende dalla macchina, Dario Franceschini dietro, e si capisce subito che qualcosa è cambiato.

Pochi passi, poi l'assedio.

"Forza Walter" gridano i più giovani, "fagliela vedere" lo incitano due signore di mezz'età.

Veltroni si fa largo nella ressa, "ohi, come stai?" bacia gli amici; "io mi ricordo di lei quand'era un giovanotto che distribuiva l'Unità" lo abbraccia una vecchina.

Ma non c'è spazio per l'amarcord, adesso.

Il tempo del fair play è scaduto, è ora di menare qualche pugno vero.

Newsweek ha appena scritto che per salvare l'Italia lui e Berlusconi devono unire le forze.

"Le larghe intese sono un tema che non esiste" taglia corto il segretario preparando l'affondo.

"Chi vince anche di un solo voto governa, poi le riforme istituzionali si fanno insieme, ma nessun inciucio.

La mia è una idea anglosassone della democrazia ed è la differenza tra governo e riforme istituzionali".

Berlusconi si può battere e il Veltroni del gazebo muta strategia, passa all'assalto frontale.

"Serve una leadership di tipo europeo, seria e responsabile, non persone che fanno le corna nella foto con i capi di Stato" attacca.

Non è solo una questione di stile.

"Il nostro è un modo nuovo di fare politica e campagna elettorale rispetto alle parole d'odio invecchiate di quindici anni", ribadisce il segretario.

Perciò lui è venuto qui, oggi, "per dare l'ultima spinta", lanciare "un messaggio di speranza e di innovazione, perché si possa fare in Italia quello che è stato fatto in altri Paesi con leader che hanno più o meno la mia età".

Paesi che mentre noi passavamo il tempo a litigare hanno costruito strade, reti per l'energia e infrastrutture, mangiandoci 11 punti di Pil.

E invece in Italia si continua a ballare sul Titanic mentre ci sarebbero tutte le potenzialità per ripartire".

Una nazione che si merita altro, non certo i "dirigenti della Lega Nord", ragiona, "che pensano solo al loro futuro e non a quello di chi li vota", personaggi che "il lunedì attaccano Roma, ma il martedì seduti nei ristoranti romani la attaccano molto meno".

Per non parlare di Berlusconi, accusato di doppiezza: "Il mio principale avversario" spiega Veltroni senza mai pronunciare il nome del Cavaliere, "quando si discuteva di riforme parlava di me come se fossi Giolitti, ora che c'è la campagna elettorale dice quanto di peggio è possibile".

Intorno la folla si accalca.

"Devi vincere, non mollare" lo incita.

E Veltroni tira fuori le unghie.

"Credo onestamente che questa sia la nostra ultima chance.

Ci sono tutti i margini per avere successo sia alla Camera sia al Senato".

E se questo dovesse succedere "farei subito un governo con 12 ministri e 60 persone in tutto, molte donne e alcune personalità indipendenti", un esecutivo "del 2008 e non del 1996 con Tremonti, Bossi, Maroni e Castelli", elenca il segretario citando alcuni nomi indicati nei giorni scorsi.

Altro che pareggio: "Il Senato non sarà in bilico" prevede.

"Ogni giorno che passa cresce la possibilità che non sia così.

Sono andato a vedermi i sondaggi di due anni fa, esattamente 15 giorni prima del voto: davano l'Unione 6 punti avanti la Cdl, proprio come oggi a parti invertite, e poi sanno tutti com'è andata a finire.

Nel Paese si sta facendo largo la convinzione che si possa veramente cambiare, nonostante una legge elettorale folle".

E se il risultato dovesse essere negativo? "Ho preso un impegno per fare un grande partito, il Pd, e continuerò ad assolvere al vincolo preso il 14 ottobre con 3 milioni e mezzo di persone", rassicura il segretario in tv.

"Questo impegno potrà essere considerato superato da una scadenza analoga.

Ma fino ad allora ho il dovere etico di guidare il Partito democratico".


 


da "la Repubblica" articolo di Giovanna Vitale


 

Attacco frontale

L'Italia ha bisogno

di persone serie che

non fanno le corna

nelle foto con i

capi di Stato


 


 


 

                             Doppiezza di Silvio

                            Parlava di me come

                            fossi Giolitti e ora, in

                            campagna elettorale,

                            dice il peggio.

                            Io non sono così


 

Veltroni tra i

gazebo. Attacco

alla Lega:il lunedì

criticano Roma,il

martedì mangiano

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