lunedì 17 marzo 2008

PD:12 LEGGI PER AIUTARE PRECARI E FAMIGLIE

Un "manifesto" coordinato da Ichino. "Flessibilità e protezione ai deboli"
di Luisa Grion

Roma,14.03.2008 -Dodici idee e progetti già messi nero su bianco e una "lista" d'impegni per spiegare agli elettori come sarà l'Italia ai tempi del Pd.
Se il partito democratico dovesse uscire vittorioso dalle urne l'ordine del giorno della prima riunione di governo è già deciso.
Ieri,infatti,Walter Veltroni,ha presentato 12 disegni di legge che traducono in norme il programma del Pd e che,in caso di vittoria elettorale,saranno approvati nel primo Consiglio dei ministri.
Ma nello stesso giorno i "candidati di punta" che provengono dal mondo del lavoro -imprenditori,esperti,sindacalisti- hanno firmato anche un manifesto d'intenzioni sul "che fare" per rilanciare l'occupazione,la produttività e combattere il precariato.
Il quadro generale dell'Italia che il centrosinistra vorrebbe,si fa dunque sempre più chiaro:i 12 disegni di legge hanno titoli sintetici (fisco,ricerca,ambiente,Mezzogiorno,sicurezza,giustizia,lavoro,immigrazione,famiglia,casa,donne,radiotelevisione e banda larga),ma ciascuno di loro contiene più interventi.
Ieri è stato sviscerato il primo,quello sul fisco (gli altri saranno presentati nei dettagli i prossimi giorni):si spazia dall'aumento delle detrazioni per i lavoratori a più basso reddito (passerebbero dai 1840 ai 1955 euro),al taglio di un punto percentuale all'anno delle aliquote Irpef,per tre anni a partire dal 2009.
Più generali,invece,le linee del manifesto "Per dare valore al lavoro" firmato dai candidati in arrivo da quel mondo (da Baretta che viene dalla Cisl a Nerozzi della Cgil,dal ministro Damiano al professor Ichino,a Treu,all'ex operaio della Thyssen Antonio Boccuzzi,agli industriali Calearo e Colaninno).
Il documento,che risponde alle polemiche di chi ha fortemente criticato il mix di nomi inseriti nelle liste,mette in chiaro che sindacato e politica devono essere autonomi,stoppa ogni possibile cinghia di trasmissione e punta dritto agli interessi comuni:ottenere "il miglior funzionamento possibile del sistema economico nazionale".
Come fare? Gli impegni sottoscritti sono tanti,le strade per arrivarci ancora in via di discussione:si punta ad un aumento dell'occupazione femminile del 10 per cento grazie a maggior sgravi e servizi,alla più incisiva formazione e scolarizzazione.
Si mettono in primo piano la sicurezza sui luoghi di lavoro,l'innovazione e la competitività,ma si guarda soprattutto a due obiettivi:la lotta alla precarietà e il potenziamento della contrattazione aziendale.
Sul primo tema una cosa è chiara:il pilastro al quale guardare è la "flexicurity" di stampo europeo.
Visto che solo la metà dei dipendenti è tutelata dallo Statuto dei lavoratori (9 milioni e mezzo di dipendenti su 18 milioni) e visto che non s'intende ingessare oltremodo il mercato del lavoro,bisogna provvedere a tutelare le categorie più deboli con forme di assistenza,coperture previdenziali,sgravi fiscali e maggiore formazione.
Poi sul come realizzare tutto ciò il dibattito è aperto:si discuterà sulle varie possibilità di arrivare ad contratto unico che precede l'assunzione definitiva e sulle proposte di Amato e Treu.
Per quanto riguarda la contrattazione -tema sul quale si è appena spaccato il tavolo fra Confindustria e sindacati- la linea guida è quella di puntare ad un maggiore contrattazione aziendale per premiare produttività e innovazione.
Ora dovrebbe essere evidente che la candidatura di alcuni grandi industriali nelle liste del Pd non è affatto lo "specchietto delle allodole" di cui qualcuno ha parlato -precisa Pietro Ichino,il giuslavorista che ha partecipato alla stesura dei punti -
Questo manifesto mostra l'importanza decisiva che può avere,sul terreno politico,una sintesi avanzata degli interessi comuni di imprenditori e lavoratori.
E,sottolinea, è un evento politico tanto più importante in un momento in cui il sistema delle relazioni sindacali mostra di essere in gravissimo affanno con la drammatica rottura delle trattative fra Confindustria e Cgil,Cisl e Uil.


I NUMERI

2,3 mld eu
è l'importo delle detrazioni che nel 2008 sarebbero destinate ad alleggerire le tasse dei dipendenti

-1%
il Pd si impegna ad abbassare di un punto all'anno le aliquote Irpef a partire dal 2009 e fino al 2011

2500 eu
per aumenti salariali di questa entità legati alla produttività,il Pd prevede imposte più leggere

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