giovedì 6 marzo 2008

NEL PD NON DISCRIMINATI MA COLONNA PORTANTE

SUI CATTOLICI VELTRONI RISPONDE AL DIRETTORE DI "FAMIGLIA CRISTIANA"

"uniti per il bene comune, come prova il nostro obiettivo programmatico di arrivare a un fisco a misura di famiglia"

Caro Direttore,
condivido la sua preoccupazione:"La gara che si profila sull'orizzonte della campagna elettorale tra chi è più cattolico e chi è più laico rischia di far male al Paese".
E sono ancor più d'accordo con Lei, quando scrive che "l'identità non è il fine, anche se non si può prescindere da essa per battere le strade del realismo, sforzandosi di conseguire il bene comune e ragionando sulla sua utilità per l'intero Paese".
Il Partito Democratico è nato con questo duplice scopo:porre al centro dell'azione politica non l'affermazione, da parte di ciascuno, della propria identità, ma la valorizzazione di essa nel confronto con altre identità, nella comune ricerca del bene comune del Paese; e lavorare non per rialzare storici steccati tra laici e cattolici, ma al contrario per promuovere la collaborazione attorno a un progetto politico e a un programma di governo per l'Italia.

Accettare la cultura del dialogo

A tutti coloro che hanno deciso e stanno decidendo di accogliere il nostro invito a entrare nelle nostre liste, sottoscrivendo il nostro programma, insieme all'impegno a far parte del nostro gruppo parlamentare dopo le elezioni, abbiamo chiesto di condividere la nostra stessa disponibilità a superare la cultura della identità separate e di accettare quella cultura del dialogo e della mediazione che, come Lei ricorda, Aldo Moro ha insegnato ai cattolici democratici e non solo a loro.
Non c'è quindi ragione di temere che nel PD i cattolici siano mortificati.
Al contrario, è di tutta evidenza come essi rappresentino una delle colonne portanti del partito: non solo sul piano quantitativo, che peraltro non ha confronti in nessun'altra parte dello schieramento politico, ma anche sul piano della qualità e dell'autorevolezza delle idee, così come delle donne e degli uomini che le portano avanti.
Ne è prova da ultimo la convergenza , tutt'altro che improvvisa e sorprendente, tra il forte appello di Famiglia Cristiana e del Forum delle associazioni familiari per un fisco "a misura di famiglia" e le proposte programmatiche che ho presentato nei giorni scorsi come candidato del Partito Democratico al governo del Paese.
Un fisco che non tiene veramente conto dei carichi familiari, dite giustamente, è un fisco ingiusto; e un fisco ingiusto significa famiglie che non ce la fanno, figli che non nascono e, in definitiva, un Paese che non si rinnova e che non cresce.
Per invertire questa pericolosa tendenza, voi proponete di introdurre un sistema di deduzioni dal reddito pari al reale costo di mantenimento di ogni figlio a carico.
Nell'ambito di un programma che considera le politiche per la famiglia un cardine fondamentale della nostra strategia, sia per il rilancio dello sviluppo economico, sia per la crescita della qualità sociale, noi abbiamo proposto misure incisive per favorire l'occupazione femminile, oggi in Italia ai più bassi livelli d'Europa, e una politica per la casa, in particolare a favore delle famiglie che non possiedono l'abitazione e devono sottostare a un mercato degli affitti che strangola il loro reddito.
Finalizzata al nostro"grande obiettivo programmatico", come lo abbiamo definito, di invertire l'attuale trend demografico, abbiamo proposto un sostegno significativo delle famiglie con figli, attraverso l'introduzione di una "Dote fiscale" per i figli.
La Dote sostituisce gli attuali assegni per il nucleo familiare e le detrazioni Irpef per i figli a carico, assicura trattamenti sensibilmente superiori a quelli attuali e si rivolge anche ai lavoratori autonomi.
Pensiamo a un valore iniziale della Dote di 2.500 euro per il primo figlio.
La Dote aumenterebbe, poi, in base al numero dei figli, secondo parametri di equivalenza, ma in modo da migliorare i trattamenti anche per i redditi medi e medio-alti.
Man mano che, nel corso della legislatura, andrà avanti il nostro lavoro di riduzione della spesa corrente primaria e di recupero dell'evasione fiscale, potremo rivalutare la Dote, fino a farla coincidere con l'ammontare della deduzione proposta dallo stesso Forum delle associazioni familiari.
Sono convinto, caro Direttore, che su temi come questi, dai quali dipende il futuro stesso dell'Italia, si possa e si debba costruire la più ampia convergenza di forze sociali,culturali e politiche e si possa dar vita ,in Parlamento, a una fattiva collaborazione tra maggioranza e opposizione.
Questo sarà comunque il nostro impegno.
Con i più cordiali saluti.
Walter Veltroni
tratto da Famiglia Cristiana n°10_9 marzo 2008

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