mercoledì 28 maggio 2008

BADANTI FUORILEGGE? Si corre ai ripari



Vanno salvate dal nuovo reato di immigrazione clandestina. Una regolarizzazione "postuma". Con qualche perplessità giuridica

Guai a parlare di sanatoria
. Una parola che per il neo-ministro degli Interni, Bobo Maroni, non può essere pronunciata. Almeno non se si parla di immigrazione. D'altronde è un esponente di spicco di un esecutivo che ha fatto le sue fortune elettorali anche con l'allarme sicurezza e la "guerra ai clandestini". Meglio lasciare questo termine ad altri ambiti, dunque, e usare la più tranquillizzante formula "regolarizzazione".

Ma al di là dei balletti lessicali, tutti, nel governo e nell'opinione pubblica, si sono resi conto che nel pacchetto sicurezza dei distinguo erano necessari. L'offensiva sull'immigrazione clandestina rischiava di respingere anche l'esercito delle badanti - più di 400 mila - che non sono riuscite a "entrare" con l'ultimo decreto flussi a dicembre 2007. Virgolette d'obbligo perché queste persone in Italia ci sono già, e lavorano nelle nostre case con i nostri anziani. Ma non sono "regolari" e dunque, secondo le norme annunciate dal Consiglio dei ministri, passibili di arresto da 6 mesi a 4 anni per il nuovo reato di "immigrazione clandestina". E' evidente che occorre un correttivo per tutelare il loro lavoro, la loro vita e la loro indispensabile funzione sociale.

Una seconda chance

Questo correttivo è annunciato dalle "linee guida per una programmazione in deroga dei flussi migratori per gli anni 2007/2008 alla luce delle 730 mila domande presentate agli Sportelli unici per l'immigrazione". Si tratta di un documento presentato dal ministro del Welfare Sacconi e apre una breccia nel muro di tolleranza zero annunciato dal governo. Prevede infatti una selezione tra le domande presentate ma non accolte lo scorso 18 dicembre, il famigerato click day per colf e badanti, ovvero il giorno in cui, dalle 8 di mattina, si potevano inviare on line le domande di assunzione dei lavoratori stranieri. Inutile dire che vinceva "il dito più veloce": alle 10 dello stesso giorno, infatti, le domande arrivate al server del ministero erano 136 mila, ma la quota disponibile era solo di 65 mila unità.

Alla fine si è giunti a 405 mila domande in esubero. Secondo il ministro si tratta però di distinguere quelle "legittime", riferite cioè a persone che lavorano effettivamente come badanti o collaboratrici domestiche, da quelle definite "patologiche", che nasconderebbero dei tentativi di regolarizzazione non motivati. Il ministero ricorda che il 48% delle domande sono state presentate da datori di lavoro con cittadinanza straniera.

Un reato "pericoloso"

Questa deroga dovrà trasformarsi in un emendamento al disegno di legge che andrà ora in discussione in parlamento. Un intervento pragmatico che cerca di dare riconoscimento a una situazione di fatto, degna di essere salvaguardata. Ma lascia aperte diverse perplessità giuridiche: se si crea un reato nuovo - quello di immigrazione clandestina - che punisce il solo fatto di entare in Italia senza un regolare permesso, indipendentemente dal comportamento della persona immigrata (che venga a rapinare o a curare gli anziani), anche le badanti irregolari vi rientrano. Ammettere un'eccezione per queste persone - perché chiunque ritiene profondamente ingiusto penalizzarle (oltre che avventato per la cura dei nostri figli e nonni) - significa svuotare la fattispecie penale, cioè il reato, ancora prima che nasca. Non è meglio allora punire i singoli comportamenti illeciti (furti, rapine, violenze ecc.) con le norme presenti da sempre nel codice penale?

Angelo De Marinis

Nessun commento: